Taranto, direttore delle Poste filmava le dipendenti con una telecamera nascosta nei bagni

Lo scandalo - come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno - scoppia a fine marzo 2022, quando una dipendente dell'ufficio si accorge della presenza del dispositivo

Mercoledì 28 Giugno 2023
Taranto, direttore delle Poste filmava le dipendenti con una telecamera nascosta nei bagni

Avrebbe filmato le parti intime delle sue dipendenti grazie a una videocamera spia installata nei bagni femminili. Con questa accusa è finito agli arresti domiciliari il direttore di un ufficio postale della periferia di Taranto, come stabilito dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Francesco Maccagnano su richiesta del pm Mariano Buccoliero. Secondo gli inquirenti, dopo aver piazzato la "spy cam" il direttore dell'ufficio avrebbe scaricato diversi filmati compromettenti su un computer personale. 

Lo scandalo

Lo scandalo - come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno - scoppia a fine marzo 2022, quando una dipendente dell'ufficio si accorge della presenza del dispositivo, nascosto in un contenitore.

Sconvolta, preleva la videocamera, compreso il cavo che la collegava a una batteria. Una volta uscita, confida tutto a una collega. 

Ispezionando la microcamera, le due donne trovano una scheda di memoria. Decidono di inserirla in un computer e fanno una scoperta ancora più inquietante: tra i vari video registrati, ce n’è uno che immortala il direttore nell'atto di posizionare la telecamera. Nelle ore successive ne parlano con altre colleghe, poi affrontano faccia a faccia il loro superiore: l’uomo prova a giustificarsi dicendo di aver trovato lui stesso quella telecamera nei giorni precedenti, e di averla riposizionata proprio nel tentativo di individuare il vero responsabile. 

Una ricostruzione che non convince affatto le dipendenti dell'ufficio, a cui il direttore garantisce di voler chiedere il trasferimento per tutelarsi. La scoperta viene denunciata ai carabienieri e presa in carico dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della GUF. A distanza di qualche settimana, scatta la perquisizione dei militari nell’abitazione dell’indagato: vengono portati via computer portatili e telefoni cellulari.

Le analisi dei dispositivi

L’analisi dei dispositivi avrebbe poi fatto emergere come il direttore, consapevole dei rischi a cui andava incontro, aveva effettuato una vera e propria «bonifica» del computer, nei giorni successivi alla scoperta della videocamera nei bagni del suo ufficio postale, cancellando tutti i file compromettenti. Ma il tentativo di eliminare le prove non è riuscito: attraverso l’utilizzo di una serie di software specifici, i militari hanno recuperato una lunga serie di video compromettenti e ben 120mila immagini che ritraevano le colleghe mentre utilizzavano i servizi igienici. Non solo. I finanzieri hanno dimostrato anche che l’uomo non aveva cancellato tutte le riprese, raccolte tra il 2019 e il 2022: alcune erano state caricate su un «cloud».

Da qui la richiesta al gip di disporre gli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo: il giudice ha dato il via libera ai finanzieri, spiegando che sospendere l'uomo dall'esercizio delle sue funzioni non sarebbe stata una misura sufficiente. Secondo il gip, infatti, il direttore dell'ufficio avrebbe potuto compiere la stessa azione anche in altri locali pubblici o nei camerini di qualche negozio di abbigliamento. Nella  per lui sono scattate le manette nella sua abitazione. Nei prossimi giorni, accompagnato dall’avvocato Luigi Semeraro, l’uomo dovrà comparire dinanzi al gip Maccagnano per l’interrogatorio di garanzia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci