Due stallieri pachistani hanno tenuto segregata una 17enne tedesca per circa due anni. L’avevano chiusa a chiave in una stanza di un agriturismo, con annesso ranch, a Cesano.
Gli arresti
Nell’udienza di ieri sono stati sentiti alcuni dipendenti dell’agriturismo (in cui vengono organizzati anche dei corsi di equitazione con i pony per i bambini). Nessuno di loro ha detto di essersi accorto dello stato di segregazione in cui si trovava la ragazza, né di sapere che era minorenne. Poi sul banco dei testimoni si è seduto il giovane che l’ha salvata. «Ero in macchina e ho visto due uomini che la strattonavano per le braccia. Ho chiamato subito il 112. Poi sono tornato indietro e le ho chiesto se andasse tutto bene. Lei aveva lo sguardo atterrito, ma non rispondeva. Uno dei due ha detto di essere suo marito. Non gli ho creduto e ho offerto alla ragazza un passaggio: lei è salita in auto e mi ha ringraziato in inglese. Poi l’ho accompagnata dai carabinieri». Grazie all’identificazione fatta dal passante il 27 maggio 2021, i due pachistani sono stati arrestati contestualmente.
Le accuse
La vittima si era allontanata dalla sua famiglia, in Germania, ed era venuta in Italia con Ali. Quest’ultimo l’aveva condotta a settembre del 2019 nell’agriturismo alle porte nord di Roma dove un suo connazionale, Yasir, lavorava come stalliere. Qui la giovane, all’epoca 17enne, è stata privata della libertà personale e le è stato «vietato ogni contatto con il mondo esterno». I due pachistani, infatti, le hanno rotto il cellulare e, dopo che lei era riuscita a recuperarne un altro, le avevano impedito di inserire una scheda Sim. Le avevano sottratto i documenti di identità, «percuotendola con violenza e minacciandola ogni qual volta la ragazza manifestava la sua intenzione di andarsene, tenendola segregata e chiusa a chiave nella camera da letto - si legge nel capo di imputazione - ed impedendole di uscire da sola all’esterno del circolo “La Melazza”». Le spegnevano le sigarette sul corpo, come emerso dalle bruciature e dalle escoriazioni trovate su caviglie e cosce. Secondo la Procura, la prendevano a «schiaffi con frequenza quotidiana». Ali, in particolare, le metteva le mani alla gola «pretendendo rapporti sessuali», mentre Yasir «la colpiva reiteratamente con pugni allo stomaco e schiaffi al viso, appellandola con epiteti del tipo: “scema non capisci niente”. Entrambi la afferravano per i capelli gettandola a terra e la minacciavano di ammazzarla di botte». Yasir è accusato di aver abusato della vittima palpeggiandola nelle parti intime, come lei ha raccontato nell’incidente probatorio del 7 luglio 2021.