Baby squillo, nell’inchiesta dei Parioli spunta il marito di una parlamentare

Domenica 19 Gennaio 2014 di Adelaide Pierucci
Baby squillo, nell’inchiesta dei Parioli spunta il marito di una parlamentare
stata sempre una mamma a denunciare quanto stava accadendo alla propria figlia. Disperata e impotente si è rivolta ai carabinieri, ed è scattata l’inchiesta sulle baby squillo ai Parioli, tanto che ora l’indagine continua ad agitare le notti di diversi padri di famiglia. La ragazzina, quindici anni, liceale, rientrava sempre più truccata e con abbigliamento esagerato. Era aggressiva: «Se non stai zitta ti mando i miei amici cocainomani a sgozzarti», ha urlato un giorno contro sua madre che le chiedeva spiegazioni. È bastato sbirciare sul telefonino della minorenne per capire quanto stava accadendo. In rubrica figuravano gli amici, ma soprattutto i clienti: «Bambus, Vittorio, Augusto...».



Era agosto. Tra un week end a Ponza e le giornate in un appartamento ai Parioli, la ragazzina e una amichetta, di soli 14 anni, bruciavano la loro vita, facendosi pagare da uomini molto più vecchi che sborsavano fino a trecento euro per un rapporto sessuale. A ottobre scattano le prime manette. Ed è subito scandalo. Alcuni clienti per paura di finire nei guai si autodenunciano, altri vengono comunque rintracciati. Tra i sospettati finisce pure il marito di una parlamentare, un manager il cui nome potrebbe essere iscritto a breve sul registro degli indagati. Così come un altro imprenditore noto anche negli ambienti politici.



Le indagini I carabinieri del Nucleo di via In Selci indagano e scoprono un giro di droga e prostituzione. I primi a finire in manette - è il 22 ottobre - sono la mamma della 14enne, un commercialista, Riccardo Sbarra, un sottufficiale dell'Esercito, Nunzio Pizzacalla, e Mirko Ieni, personaggio chiave, ex autista Ncc che per guadagnare soldi facili si era messo a sfruttare le minorenni. Ieni è il più spregiudicato nel giro: gestisce i contatti web, e affitta l'alcova. «Mi fanno fare 600 euro al giorno», dice a un’amica. Nei suoi confronti vengono emesse due ordinanze di custodia cautelare: per lo sfruttamento ma anche per lo spaccio di droga. Insieme con lui finisce in carcere un imprenditore edile, Marco Galluzzo.



All'occorrenza - ricostruiscono i pm Cristiana Macchiusi e il procuratore aggiunto Maria Monteleone - forniscono alle due ragazzine anche la cocaina. Al commercialista Sbarra la seconda misura porta l'accusa di pedopornografia che si va ad aggiungere a quella di prostituzione minorile: «Adoro le lolitine», si era lasciato più volte sfuggire. Nel suo pc, buttato dalla finestra durante il primo arresto, i carabinieri recuperano duemila file con immagini pedopornografiche. Dai tabulati, poi, riescono a individuare oltre un centinaio di clienti, di cui 40 riconosciuti dalle minorenni. A giorni si svolgerà l'incidente probatorio che dovrà cristallizzare le dichiarazioni delle due ragazzine.
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