Scoperto un (doppio) nido di vespe Orientalis nella tapparella di una casa. L’etologo: «Controllate sempre cavità e soffitte»

Entrambi i nidi sono stati rimossi. “Se pungono, iniettano un veleno epatotossico”

Mercoledì 28 Giugno 2023 di Alessia Perreca
Scoperto un (doppio) nido di vespe Orientalis nella tapparella di una casa. L’etologo: «Controllate sempre cavità e soffitte»

Le temperature calde e la presenza dei rifiuti lungo le strade della città hanno fatto riaccendere l’allarme “Vespa Orientalis” a Roma.

Già dallo scorso anno, solo nel mese di agosto, si erano registrate moltissime segnalazioni ed interventi. Si tratta di una specie alloctona, di una grandezza tra i 3 e i 5cm e di color rossiccio con una vistosa banda gialla sul loro addome che le distingue dalle altre più comuni. I luoghi dove nidificano sono spesso posti asciutti e ben riparati come le cavità degli alberi, le intercapedini e le soffitte. 

L’ultimo caso, ieri, al sesto piano di una abitazione in via delle Fornaci, alle spalle della Basilica di San Pietro. Il proprietario della casa, Alessandro, era allarmato per il continuo ed incessante viavai di insetti nel suo appartamento e preoccupato per la sua incolumità e per quella degli altri animali domestici presenti in casa. «Quando sono arrivato - racconta al Messaggero l’etologo Andrea Lunerti - inizialmente non avevo notato alcun tipo di attività, flusso e movimento. In un primo momento ho tolto il celetto, smontato la tapparella e solo successivamente ho scorto nell’angolo sinistro una regina Orientalis che aveva iniziato la formazione del nido». L’emergenza sembrava si fosse attenuata, in realtà è solamente rallentata perché anche questa tipologia di insetti ha subìto l’effetto del cambiamento climatico. «È stata una operazione complicata, ma non era finita qui. Il mio scetticismo ha portato a controllare anche l’altro angolo ( quello sinistro, ndr) della camera dove era presento un altro nido. Uno di fronte all’altro, attaccati alle estremità degli angoli». «Le vespe orientalis - spiega Lunerti - sono molto combattive per il controllo del territorio e per la prima volta hanno approfittato del “ritardo” climatico ed hanno un improvvisato un doppio nido anche a costo di una situazione di conflitto». «In questi casi - aggiunge - è fondamentale una corretta infomazione, - sottolinea Lunerti - così come è importante ispezionare le serrande, i vani e buchi che conducono all’intercapedine per evitare che la situazione ci sfugga di mano. «In questo caso (fortunatamente), le operaie non erano ancora nate. Ma nel momento stesso in cui si forma il nido, le stesse operaie diventano vespe soldate volte alla difesa della prole e si scagliano contro ogni intruso, attaccandolo». «Se pungono, iniettano un veleno epatotossico di cui, ad oggi, non si sa molto. Cerchiamo, quindi, - conclude - di segnalare con tempestività e bloccare immediatamente la formazione del nido». 

Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 16:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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