Gigi Riva e il "piccolo" infarto in casa: cos'è, sintomi (nascosti) e quando è necessario l'intervento. Il cardiologo: «Può essere fatale»

Giovedì 25 Gennaio 2024 di Alessandro Rosi
Gigi Riva e il piccolo infarto: sintomi, cause, terapia e come si estende. Il cardiologo: «Può essere fatale»

Un piccolo infarto in casa, poi la corsa verso l'ospedale con i figli. «Avrei voluto salvarlo», ha rivelato il cardiologo Marco Corda. Quando è arrivato all'ospedale di Cagliari aveva un infarto in corso. Non ne aveva mai avuti altri, ma la situazione delle coronarie era molto complicata. Ma cos'è il piccolo infarto e come si può prevenire? È necessario l'intervento? Il parere delcardiologo Furio Colivicchi, presidente dell'Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri).

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Cos'è il piccolo infarto?

L'infarto miocardico acuto è una "necrosi ischemica" di una parte più o meno estesa del muscolo cardiaco. Vale a dire, che, improvvisamente, una porzione del muscolo del cuore non riceve più sangue arterioso e quindi ossigeno. Il venir meno del flusso di sangue è determinato da una improvvisa ostruzione da parte di un trombo di una arteria coronarica. Se il ramo coronarico ostruito è molto grande e irrora una porzione estesa di muscolo cardiaco, l'infarto sarà di grandi dimensioni.

Al contrario se il vaso coronarico interessato è di limitata portata, oppure le l'ostruziobe è parziale, l'infarto potrà essere di piccole dimensioni.

Quali sono i rischi?

Purtroppo, tuttavia, anche un "piccolo" infarto può essere molto pericoloso. In alcuni casi, infatti, un infarto che ha inizialmente limitate dimensioni può estendersi. Questo fenomeno può essere determinato dall'interessamento di altre arterie, oppure dalla chiusura completa di una arteria inizialmente solo parzialmente ostruita. Quello che conta è l'estensione della malattia che interessa le arterie coronariche. Quanto più le arterie sono malata, tanto maggiore è il rischio che una lesione infartuale, anche inizialmente piccola, possa rapidamente estendersi.

Quali sono i sintomi?

I sintomi iniziali sono rappresentati solitamente da dolore a carico del torace, con carattere oppressivo e costrittivo. Spesso accompagnato da difficoltà respiratoria e sudorazione fredda.

C'è una sintomatologia più difficile da individuare? "Nascosta"?

Può essere meno chiara nei pazienti più anziani, nelle donne e nei soggetti affetti da diabete. In questi casi il dolore può essere meno intenso e possono prevalere altre manifestazioni, come, ad esempio, una intensa difficoltà del respiro, oppure una perdita di coscienza.

Come intervenire?

In presenza di un dolore al petto è necessario che il paziente vada sempre tempestivamente in pronto soccorso. In tale sede, la combinazione di elettrocardiogramma e valutazione dei biomarcatori di danno miocardico (troponina), unitamente alla valutazione medica, consentiranno di confermare o escludere la presenza di un infarto in corso. Per la terapia, in caso di infarto, è necessario procedere rapidamente ad una valutazione dello stato del circolo coronarico.

È necessario l'intervento?

La coronarografia consente di verificare la presenza e la eventuale estensione della malattia ostruttiva delle coronarie. Se possibile, successivamente, si potrà procedere ad una angioplastica coronarica. Tale intervento consente la disostruzione delle arterie, con ripristino del flusso al muscolo cardiaco.

Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 06:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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