Città del Vaticano – Il bullismo non è solo un fenomeno che avvelena mortalmente la vita nelle scuole, nelle caserme, sui luoghi di lavoro.
Bergoglio lo ha detto chiaro e tondo: «Tra i sacerdoti c'è molta invidia e bullying clericale». La spiegazione che è alla radice di questo fenomeno, ha aggiunto, è l'incapacità di gioire per gli altri, provando «invidia. L'invidia che tanto tormenta i nostri ambienti e che è una fatica nella pedagogia dell'amore, non semplicemente un peccato da confessare». «Il peccato è l'ultimo, l'atteggiamento è invidioso, è tanto presente nelle comunità sacerdotali e la parola di Dio ci dice che è un atteggiamento distruttore: per invidia del diavolo entrato il peccato nel mondo, è la porta per la distruzione. E su questo dobbiamo parlarci chiaro: nei nostri presbiteri c'è l'invidia, non tutti ma c'è, a portata di mano, e dall'invidia al chiacchiericcio».
«Non abbiamo cioè bisogno di vantarci, né tanto meno di gonfiarci o, peggio ancora, di assumere atteggiamenti violenti, mancando di rispetto a chi ci è accanto. Perché ci sono forme clericali di bullying. L'origine è l'invidia e si arriva alle calunnie: per arrivare a un posto... e questo è moto triste: da qui si chiedono informazioni per fare vescovo qualcuno, e tante volte riceviamo informazioni ammalate di invidia: questa è una malattia dei nostri presbiteri, tanti di voi, formatori nei seminari, avete conto di questo».
Il fenomeno del bullismo è da tempo sotto osservazione in Vaticano benchè finora solo circoscritto alle scuole e non al clero. Quattro anni fa il Papa aveva incoraggiato una campagna contro il cyberbullismo promossa dalla Fondazione Scholas Occurrentes e dalla Fondazione Carolina, ideata da Paolo Picchio, padre di Carolina Picchio, la figlia prima vittima accertata di cyberbullismo in Italia.
Secondo alcune stime, nel mondo almeno un bambino su quattro è stato vittima di bullismo o cyberbullismo. In Italia, primo Paese europeo a legiferare in questa materia specifica, si registrano circa 1200 nuovi casi ogni anno, di cui l’80% dovuti a Internet. In passato più di 200 ragazzi sono stati ricoverati e il 50% di questi ha tentato il suicidio. Le vittime possono essere anche giovanissime.
Finora però nessuno nella Chiesa aveva messo a fuoco il bullismo clericale.