Bucha, Hiroshima, My Lai, Dachau, Dresda, Srebrenica: tutti gli orrori indelebili delle guerre

Lunedì 4 Aprile 2022 di Alessandro Strabioli
Bucha, Hiroshima, My Lai, Dachau, Dresda, Srebrenica: tutti gli orrori indelebili delle guerre
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Ogni guerra porta con sé orrori indelebili che spesso appiattiscono il confine tra follia e umanità. Ogni guerra è una guerra tra esseri umani e ogni morto è simile a chi è sopravvissuto. Ed proprio a chi è rimasto, a chi si è salvato, che le vittime chiedono ragione e memoria dello scempio. HiroshimaSrebrenica, Dachau, My Lai: dopo il massacro di Bucha in Ucraina e l'intensificarsi del conflitto nel cuore dell'Europa, il mondo è ripiombato nell'incubo della violenza.

Una violenza che non si è mai del tutto quietata, ma che anzi ha attraversato la nostra storia come una lunga, spessa e scura nervatura. 

di Alessandro Strabioli

Ucraina, «Con Bucha superata la linea rossa». Letta preme su Draghi per lo stop al gas russo

Hiroshima, Little Boy cambia il mondo 

La mattina del 6 agosto, prende il volo l’Enola Gay, con a bordo 12 piloti tutti perfettamente consapevoli di qual è il loro compito: la bomba era stata testata il 16 luglio nel deserto del Nuovo Messico, mentre il Giappone era già stato bombardato, ma utilizzando solo armi convenzionali. L’intenzione degli Stati Uniti è chiarissima: porre fine alla guerra una volta per tutte, puntando tanto sull’atomica quanto sul contraccolpo psicologico . Era una mattina nuvolosa, e quando il cielo finalmente si rischiarò sotto di loro fu Hiroshima, uno dei quattro bersagli possibili, che si mostrò. Ricevuta conferma dalla base, Little Boy venne sganciata, mentre l’Enola Gay fece inversione e torno il più velocemente possibile verso la base. Una seconda bomba venne lanciata su Nagasaki il 9 agosto, decretando di fatto la fine della Seconda guerra mondiale e cambiando per sempre le storia dell'umanità. 

 

Srebrenica, difficile da pronunciare e da dimenticare

Srebrenica, nome difficile da pronunciare, una cittadina dimenticata, al confine tra Bosnia e Serbia, è qui che avviene un dramma annunciato: il genocidio di civili inermi, oltre 8.000 uomini di ogni età, separati dalle loro famiglie. Un massacro di innocenti dove distruzioni, stupri, torture, portarono a perseguitare anche l’amico di sempre, un abuso senza limite in una terra da sempre molto tormentata. I corpi degli uccisi nelle esecuzioni di massa vennero sotterrati in fosse comuni. A migliaia fuggirono nelle campagne circostanti e le milizie serbo-bosniache aprirono una gigantesca caccia all'uomo e ne catturarono migliaia: in gruppi di 200-300 furono messi in fila e fucilati. Per Srebrenica, nell'aprile 2002, il governo olandese di Wim Kok decise di dimettersi dopo che l'Istituto per la documentazione di guerra riconobbe la responsabilità dei politici e dei caschi blu olandesi nel non aver saputo impedire il massacro.

 

My Lai, pagina nera del Vietnam

«Hanno ucciso persone senza alcun sentimento. Mentre giacevano a terra, loro ridevano». Sono passati 50 anni dal massacro di My Lai (o Son My), durante la guerra del Vietnam, quando l'esercito statunitense uccise circa 350 civili.  La strage fu fermata dall'equipaggio di un elicottero statunitense in ricognizione, che atterrò tra i soldati americani e i superstiti vietnamiti. Il pilota, sottufficiale Hugh Thompson, affrontò le truppe, ordinando di puntare le armi contro di loro e di aprire il fuoco se non si fossero fermate. I soldati a quel punto si fermarono, e Thompson fece evacuare i civili sopravvissuti. Secondo un ufficiale dell'esercito sudvietnamita, il massacro fu la vendetta per uno scontro a fuoco con truppe Vietcong che si erano mischiate ai civili. Sebbene 26 militari americani siano stati accusati di crimini di guerra, solo il comandante del plotone, il sottotenente Calley, è stato condannato all'ergastolo per omicidio.

 

Dachau, la porta dell'inferno

A Dachau, i medici tedeschi eseguirono esperimenti sui prigionieri, come ad esempio quelli sull'altitudine - per i quali fu utilizzata una camera di decompressione - quelli sulla malaria e sulla tubercolosi, e quelli sull'ipotermia e sugli effetti di nuovi farmaci. Centinaia di prigionieri morirono o rimasero per sempre invalidi in seguito a tali eseprimenti. I detenuti di Dachau vennero anche impiegati nel lavoro forzato, in particolare nelle attività necessarie al funzionamento del campo, così come in vari progetti di costruzione e in piccoli laboratori artigiani. Dachau, inoltre, aveva piu’ di 30 grandi campi satellite, in cui oltre 30.000 prigionieri furono impiegati quasi esclusivamente nella produzione di materiale bellico. Migliaia di loro morirono per le condizioni disumane in cui furono costretti a lavorare. Nel 1945, un gran numero di prigionieri evacuati dai campi situati nei territori orientali vennero trasferiti attraverso il cosiddetto Jourhaus, la "porta dell'inferno". Il 29 aprile di quell'anno, le forze americane liberarono Dachau. Mentre si avvicinavano al campo, trovarono più di 30 vagoni ferroviari carichi di cadaveri di prigionieri. 

Bucha, l'ultimo orrore

Il 4 marzo scorso, intorno alle sette del mattino, a Bucha, 30 chilometri a nord-ovest di Kiev, era già arrivata quella che Kiev ormai definisce «un'apocalisse». Giungeva sotto le spoglie di soldati russi che passavano in rassegna un intero quartiere: casa dopo casa costringevano i residenti a uscire dalle loro abitazioni, sotto la minaccia delle granate. Correva la paura, amplificata dal rumore di vetri rotti di porte e finestre, gesti che sembravano voluti come preannuncio della violenza. E infatti non molto più tardi circa 40 persone lasciate per ore al gelo in piedi, dopo essere state radunate in un piazzale, erano di fronte a un giovane uomo fatto inginocchiare sul ciglio della strada, il volto coperto con la sua stessa maglietta, ucciso con un colpo di pistola alla nuca. Un'esecuzione. Altri quattro allineati come ad attendere un destino simile ed inevitabile. Cinque giorni dopo, il corpo senza vita del giovane giaceva ancora nello stesso posto.

 

Auschwitz, la fabbrica della morte 

Aperto nell'aprile del 1940, in un’area di circa 200 ettari, il campo vide arrivare i primi detenuti - alcuni prigionieri politici polacchi - il 14 giugno. Nel 1941, il campo fu poi allargato con la costruzione di Birkenau per diventare quindi definitivamente nel 1943 una "fabbrica della morte". Al suo interno furono sterminate in totale oltre un milione e centomila persone, il 90% delle quali erano ebrei deportati dalla Polonia e da vari altri Paesi d'Europa.

 

Dresda, l'operazione "Gomorra" 

Il 24 luglio 1943 Harris diede avvio all’Operazione Gomorra, che durò cinque giorni, durante la quale i bombardieri angloamericani distrussero la città di Amburgo: i loro attacchi multipli non si limitarono a colpire le installazioni portuali, le fabbriche e i presidi militari, ma si accanirono soprattutto contro i quartieri residenziali dove trovarono la morte almeno 45.000 civili. Dopo Amburgo fu la volta di Kassel (in cui persero la vita 10.000 civili), Chemnitz, Berlino, Norimberga e Colonia. Nel febbraio 1945 la stessa sorte toccò alla città di Dresda, che fino a quel momento era conosciuta in tutto il mondo come la Firenze dell’Europa orientale per numero di opere d’arte e patrimonio architettonico. La sua totale distruzione da parte degli aviatori angloamericani cancellò dalle mappe quasi otto secoli di storia insieme a buona parte dei suoi abitanti. 

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 17:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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