Trentottomila unità di personale attivo, tra militari e paramilitari. Più di quattro milioni invece del personale disponibile in caso di necessità. Sono i numeri dell'esercito della Svezia, che nonostante lo status neutrale, ogni tre anni guida uno dei Gruppi tattici dell'Ue, quello nordico, e ha partecipato per due volte a esercitazioni Nato. E fa parte della Nordefco, gruppo di cooperazione che include anche Norvegia, Islanda, Finlandia e Danimarca e svolge, a sua volta, manovre congiunte. In caso di adesione all'Alleanza, porterebbe in dote delle eccellenze tecnologiche tra cui radar, droni, gli elicotteri Skeldar (in grado di trasportare fino a 40 chili e restare in volo per sei ore).
Dai sottomarini ai caccia: le eccellenze di Stoccolma
Ma l'esercito di Stoccolma è all'avanguardia anche nel campo dei sottomarini della tecnologia "stealth": tra questi ci sono gli HSwMS Gotland, con il quale gli svedesi in un'esercitazione militare sconfissero la USS Reagan degli Stati Uniti nel 2005. Un altro gioiello della corona svedese è poi il Gripen Jas 39E della Saab, un caccia multiruolo attrezzato per la guerra elettronica, molto più economico dei suoi pari stranieri e in grado di volare a velocità supersoniche senza postcombustori.
E il punto forte delle forze armate svedesi non è la Marina, che non ha né portaerei né cacciatorpediniere, ma proprio l'aviazione. Sono poco più di 200 i velivoli in servizio attivo ma, secondo gli analisti, le risorse totali sarebbero molto più ingenti, contando anche i numerosi apparecchi in leasing ad altre nazioni, altro elemento chiave della strategia svedese: creare deterrenza mostrando il proprio impressionante stato dell'arte tecnologico.