Finlandia nella Nato: «Sì, senza esitazioni». Mosca: rischio atomico

Prima ritorsione del Cremlino: stop da oggi all’erogazione di gas

Giovedì 12 Maggio 2022 di Marco Ventura
La Finlandia annuncia l'adesione alla Nato, via libera da premier e presidente. Ora tocca alla Svezia

Il dado è tratto. Un passaggio della storia che cambia il volto dell’Europa, solo l’ultima (o forse la prima) di una serie di conseguenze innescate dalla decisione di Putin d’invadere la confinante Ucraina. Presidente e premier della Finlandia, Sauli Niinistö e Sanna Marin, hanno annunciato attraverso un comunicato congiunto la decisione del Paese, storicamente neutrale ma già membro dell’Unione Europea, di chiedere l’ingresso nella Nato, con i suoi oltre 1300 chilometri di frontiera con la Russia. Un’adesione, si legge nella nota, che «rafforzerebbe la sicurezza della Finlandia» che a sua volta, «in quanto membro della Nato, rafforzerebbe l’intera alleanza di difesa». La domanda sarà presentata «senza indugio», già domenica con la ratifica da parte del Parlamento di Helsinki, garantita dalle consultazioni di queste settimane. «Durante la primavera si è svolta un’importante discussione sulla possibile adesione alla Nato – aggiungono i vertici istituzionali del Paese scandinavo – e c’è voluto del tempo perché il Parlamento e l’intera società si esprimessero», ma anche per gli «stretti contatti internazionali con la Nato e i Paesi membri, nonché con la Svezia (la cui adesione è prevista per lunedì, ndr)». Alla fine l’annuncio, con l’augurio che i passi necessari vengano presi «rapidamente, entro i prossimi giorni». 

PERCORSO IN DISCESA

Da parte dell’Alleanza, il segretario generale Stoltenberg assicura che «la richiesta sarà accolta favorevolmente e il processo di adesione sarà regolare e veloce». Funzionari americani azzardano che il tutto si potrebbe concludere in quattro mesi. Ma la previsione è ottimistica. La richiesta sarà presentata prima del vertice di giugno dell’Alleanza, a quel punto i leader dei Paesi alleati la approveranno all’unanimità (difficile che Stati come l’Ungheria possano impedirlo) e dopo tutti i Parlamenti nazionali dovranno ratificare la decisione. Saranno i mesi più delicati, non a caso il passo di ieri è stato preceduto da frenetici colloqui tra i finlandesi (ma anche gli svedesi, che già prendono atto e promettono di tenere conto delle valutazioni finlandesi per la loro analoga decisione) e i Paesi maggiori dell’Alleanza: Usa, Germania, Francia e, soprattutto, la Gran Bretagna. Il premier britannico Johnson è stato nei giorni scorsi a Stoccolma e Helsinki e con la Finlandia ha firmato un ulteriore patto di mutua difesa. Missioni in America hanno confortato l’orientamento di Svezia e Finlandia, sostenuto anche da una svolta nella pubblica opinione (dal 30 per cento di favorevoli, in Finlandia si è passati a oltre il 70 per cento). «Con questa adesione – spiega Niinistö – la Finlandia massimizza la propria sicurezza. Non è contro nessuno, pur se all’interno dell’Alleanza farà la sua parte per la sicurezza della comunità. Anche per un membro della Nato la geografia rimane la stessa. La Russia è e rimarrà vicina alla Finlandia. Bisognerà continuare a essere in grado di gestire le questioni pratiche con la Russia. Un Paese Nato, la Norvegia, è stato in grado di farlo».

 

Dura, come prevedibile, la reazione russa. Il primo a intervenire è il portavoce del Cremlino, Peskov. «Questa decisione ci impone di prendere misure per la nostra sicurezza. Dipenderà da come questo processo di espansione si esprimerà in futuro, da quanto lontano si sposterà l’infrastruttura militare e quanto vicino ai confini della Russia. La Finlandia aveva già aderito ai passi ostili compiuti nella Ue nei confronti della Russia». Poi una nota del ministero degli Esteri di Mosca, che minaccia «ritorsioni» in quanto l’adesione finlandese alla Nato «è un cambiamento radicale della sua politica estera». La rappresaglia sarà «di tipo tecnico-militare e di altra natura, col fine di fermare l’insorgere di minaccia alla sicurezza nazionale». Missili a Kaliningrad? Ne risulteranno «danneggiate le relazioni bilaterali così come la sicurezza e la stabilità del Nord-Europa». Tradotto, con le parole del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev: «un simile conflitto (con la Nato) ha sempre il rischio di trasformarsi in una guerra nucleare». E i media russi riportano che i dirigenti finlandesi sono già avvertiti della possibilità che oggi stesso, o con i prossimi pagamenti di Helsinki a fine maggio, il Cremlino ordini di chiudere i rubinetti del gas verso la Finlandia.

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LA CONTROREPLICA

Il ministero degli Esteri di Mosca accusa Helsinki «di violare con questo annuncio i trattati di pace e amicizia con la Russia» e conclude che ormai «spetta alla storia giudicare». Replica il ministro degli Esteri finlandese, Pekka Haavisto, per il quale la Russia «non deve sentirsi minacciata, siamo Paesi che amano la pace, abbiamo mantenuto un confine pacifico e guardiamo al futuro quando la normale cooperazione potrà continuare». Il problema è che l’invasione dell’Ucraina «ha cambiato i parametri di sicurezza europei, è un attacco all’intero ordine continentale, il comportamento imprevedibile della Russia è un pericolo per l’Europa intera». Portare 100mila uomini ai confini, invadere uno Stato sovrano confinante e «dirsi pronti all’uso di armi non convenzionali come quelle chimiche o nucleari, è proibito dagli accordi internazionali». Per non parlare dei crimini di guerra »che abbiamo visto». Pieno sostegno al governo finlandese dai partner europei, in primis Francia e Germania. Il Pentagono la definisce «decisione storica». Il Senato americano promette una procedura di approvazione rapida. 

Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 06:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA