Meloni incontra Macron: «Dialogare è necessario». Asse su Libia e Tunisia

Il premier in visita all’Eliseo. In un’ora di colloquio avviata l’intesa sui migranti

Mercoledì 21 Giugno 2023 di Francesco Bechis e Francesca Pierantozzi
Meloni incontra Macron: «Dialogare è necessario». Asse su Libia e Tunisia

Per la prima visita all’Eliseo da presidente del Consiglio Giorgia Meloni non è passata dalla porta principale. Nessuna scortesia o tensione Italia-Francia questa volta, solo una coincidenza di calendario: oggi è la festa della musica e ieri il grande cortile d’onore era completamente occupato dal palco su cui stasera si esibiranno i musicisti. La stretta di mano con bacio con Emmanuel Macron sono avvenuti dunque in giardino, e la dichiarazione congiunta davanti ai giornalisti (resa prima di vedersi in tête à tête al piano superiore) nel raccolto salone Murat. «Pragmatismo» è la parola che pronunciano di più.

Come dire: non sarà un matrimonio d’amore, ma anche la ragione ha la sua importanza. L’incontro è durato circa un’ora. Fonti dell’Eliseo hanno parlato poi di «incontro con obiettivo di creare convergenze per crescere insieme e renderci più forti». 

Davanti ai giornalisti, Macron (che esordisce con le condoglianze per la morte di Silvio Berlusconi) e Meloni hanno dettagliato i temi sul tavolo, e sul menù non ci sono segni di disaccordo. Sull’Ucraina, il presidente francese ha sottolineato la «responsabilità comune nel sostenere il paese», la premier italiana ha rincarato con un sostegno «che ci sarà fino a quando sarà necessario» e entrambi hanno vantato l’operatività del sistema di difesa terra-aria SAMP/T consegnato all’Ucraina: «un frutto della nostra cooperazione ed un esempio concreto di quello che l’Italia e la Francia possono fare». 

L’IMMIGRAZIONE

Sull’immigrazione, Macron propone «un approccio pragmatico» che consiste nel «rafforzare il controllo delle frontiere esterne» e di buon compromesso «tra responsabilità, efficacia e solidarietà tra i paesi». 
Il solco, per i francesi, è il “patto su asilo-migrazione” approvato sotto la presidenza francese del 2020 e di recente corretto dalla presidenza svedese. Meloni guarda piuttosto al prossimo Consiglio europeo per «superare la diatriba che c’è stata a lungo tra i cosiddetti movimenti primari e movimenti secondari: non si possono governare i movimenti secondari, se non si lavora insieme per governare i primari». Sulle due transizioni, ecologica e digitale, Meloni è chiara e assicura che la chiarezza è condivisa con Macron: «ogni processo di transizione deve essere compatibile con il nostro sviluppo, sostenibile per le nostre società, non può prescindere da una sostenibilità economica e sociale che non indebolisca il sistema industriale e produttivo». Patti chiari anche sul patto di stabilità: «non possiamo consentire, dice Meloni, che tornino parametri oggi assolutamente inadeguati. La grande sfida di una nuova governance dell’eurozona deve essere centrata sugli investimenti. Se le nostre priorità sono la transizione verde e digitale e il sostegno all’Ucraina, allora non possiamo considerare gli investimenti in questi settori strategici come tutti gli altri». 

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IL TRATTATO

Il presidente francese ha ricordato il Trattato del Quirinale, la recente visita del presidente Mattarella per inaugurare la mostra Capodimonte al Louvre: «I legami tra le nostre società, le economie, le università fanno vivere ogni giorno questo rapporto così unico che esiste tra Italia e Francia. È quest’amicizia che ci consente di far vivere a volte anche i disaccordi, ma sempre nel rispetto, perché si iscrive in una storia più grande di noi». Nel vertice non sarebbe stata affrontata la questione Expo 2030, con la Francia di Macron che appoggia la candidatura della saudita Riad e non quella dell’europea Roma. «Non ne abbiamo discusso, mi pare che da tempo la Francia abbia espresso il suo sostegno a Riad» ha detto Meloni. Dall’Eliseo una sfumatura; «è una decisione che abbiamo preso un anno fa quando l’Arabia Saudita ci ha chiesto l’appoggio. È stata l’unica richiesta che abbiamo ricevuto tra l’altro. Abbiamo chiesto in cambio di prendere impegni su questioni per noi importanti. Ora bisogna sapere quante votazioni ci saranno prima che una città candidata sia nominata, abbiamo annunciato che il nostro sostegno vale per il primo turno, poi si vedrà».

Ultimo aggiornamento: 11:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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