Kevin Spacey non ha molestato Anthony Rapp nel 1986, quando erano entrambi due attori poco noti di Broadway. È il verdetto della giuria che mette fine a uno dei processi che più ha animato il movimento del #MeToo.
Il colpo a MeToo
«Eccoci qui oggi con Rapp che sta ricevendo più attenzione per questo processo che per la sua intera carriera», ha detto Keller gettando un'ombra sul MeToo. «Questo non è uno sport in cui ci si schiera con il MeToo o contro il MeToo. Il nostro sistema richiede prove a sostegno delle accuse di fronte a una giuria imparziale», ha spiegato. Il legale di Rapp ha cercato di convincere la giuria fino alla fine spiegando che Spacey aveva mentito sul banco degli imputati. «Manca di credibilità», ha detto. I giurati però non lo hanno ascoltato e hanno respinto la causa. ià prima che iniziassero le deliberazioni il giudice di New York aveva archiviato parzialmente le accuse contro Spacey, chiamando i giurati a decidere solo se era responsabile per aver usato violenza nei confronti di Rapp e dichiarando il non luogo a procedere per l'accusa di avere intenzionalmente inflitto al ragazzo danni emotivi. «È essenzialmente un duplicato dell'altra accusa», aveva detto il giudice. Rapp e Spacey hanno testimoniato durante il processo e nel corso della sua deposizione l'attore di House of Cards aveva detto di non essersi dichiarato pubblicamente omosessuale per anni perchè traumatizzato dal padre Thomas Fowler, che era razzista e omofobo.