Kevin Spacey ha testimoniato in un’aula di tribunale a New York difendendosi dall’accusa di molestie all’attore Anthony Rapp, che lo ha citato in giudizio, sostenendo che l’attore premio Oscar ha cercato di portarlo a letto quando aveva 14 anni.
La paura del padre
«Queste accuse non sono vere», ha detto Spacey. Poi l’attore ha aggiunto: «Provengo da una dinamica familiare molto complicata», riferendosi alle invettive di suo padre che quando era giovane lo hanno portato a odiare «il bigottismo e l’intolleranza». «Mio padre era un suprematista bianco e neonazista», ha detto Spacey. «Significava che io e i miei fratelli eravamo costretti ad ascoltare ore e ore di mio padre che ci insegnava le sue convinzioni». «Non ho mai parlato del mio orientamento sessuale. Non ho mai parlato pubblicamente di queste cose», ha detto spiegando che quando ha iniziato a fare teatro «mi urlava contro all’idea che potessi essere gay».
Licenziato da Netflix
Kevin Spacey era uno degli attori più ricercati di Hollywood quando è scoppiato lo scandalo delle molestie sulla scia delle accuse a Harvey Weinstein. Le accuse di Rapp nel 2017 avevano indotto Netflix a licenziarlo in tronco dalla serie 'House of Cards' e la sua carriera è finita da un giorno all'altro su un binario morto.
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