Guerra, l'escalation: jet americani e israeliani attaccano basi dell'Iran in Siria (12 morti), ribelli dello Yemen abbattono drone dell'Usaf

L'attenzione è sulla Striscia di Gaza, ma in Medio Oriente proseguono altri conflitti "a bassa intensità"

Giovedì 9 Novembre 2023 di Paolo Ricci Bitti
Guerra, l'escalation: jet americani e israeliani attaccano basi dell'Iran in Siria (12 morti), ribelli dello Yemen abbattono drone dell'Usaf

L'attenzione è sulla Striscia di Gaza e sulla Cisgiordania (West bank), ma in Medio Oriente proseguono conflitti a "bassa intensità", etichetta che non consola troppo i familiari dei morti in questi combattimenti che continuano ad alimentare la cenere sotto la brace. 

In poche ore si sono registrati due raid targati Usa e Israele in Siria e l'abbattimento di un drone americano da parte dei ribelli Houthi nei cieli dello Yemen.

Dietro questi raid gli intrecci fra gli scenari bellici esistenti prima dell'attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre e le conseguenze innescate da esso. L'Iran, sostenuto dalla Russia che da un mese ha visto la guerra in Ucraina sparire delle prime pagine, è ospite della Siria e addestra e arma Hamas nella Striscia e gli Hezbollah in Libano. Quest'ultimi tengono impegnato almeno in parte l'esercito israeliano sul versante della Cisgiordania mentre da Oriente i ribelli Houthi, in guerra con il regime yemenita, bersagliano con razzi Israele obbligandolo a far decollare in scramble caccia intercettori con missili aria-aria oppure a scatenere le costosissime batterie antimissili di ultima generazione come Arrow 3 che ora affiancano il sistema dell'Iron Dome.

Il raid degli F-15 Strike Eagle dell'Usaf

In azione in quest'ultimo raid dell'Usaf due veterani dell'aria, i cacciabombardieri F-15 Strike Eagle i cui primo modelli entrarono in linea giusto nel 1976. I bireattori bisonici della McDonnell Douglas, informa una nota del comando americano,  hanno condotto «un attacco per autodifesa contro un deposito di armi nella Siria orientale utilizzato dal Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana e da gruppi affiliati». Proprio il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin ha precisato che a colpire sono stati i caccia pesanti F-15

L'obiettivo - riporta la nota rilanciata anche da Air&Space Force Magazine - era un deposito di armi utilizzato dal Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana (Irgc) e da gruppi affiliati. Il luogo ospitava “armi che riteniamo siano state probabilmente utilizzate in molti degli attacchi che hanno avuto luogo contro le nostre forze”, ha spiegato un alto funzionario militare.

Nelle ultime settimane si sono contati oltre 40 attacchi agli oltre 2mila soldati americani schierati in Iraq e in Siria per contrastare i resti dell'Isis.

Il raid degli F-16 israeliani in Siria

Sempre la Siria è stata la destinazione di missili aria-terra dei caccia dell'Isrealian Air Force che hanno attaccato con successo basi militaria causando, secondo organizzazioni umanitarie siriane, 12 morti. In questo caso è stata l'agenzia di stampa Sana a dare notizia di un attacco del «nemico israeliano»  che ha colpito «diversi siti militari, causando danni». In azione, si presume, caccia F-16I Sufa, che in pochi minuti raggiungono gli obbiettivi in Siria.

Il drone americano abbattuto dai ribelli Houthi

Bisogna invece fare un balzo di quasi duemila chilometri per constatare la pericolosità dell'arsenale missilistico dei ribelli Houthi che il 31 ottobre hanno lanciato dal nord dello Yemen missili contro il territori di Isreale che ospita anche una centrale nucleare a Dimona, nel sud del paese. Centrale ben difesa da batterie di missili Patriot. Israele ha denunciato l'attacco riferendo che i missili, che si ritiene forniti dall'Iran,  sono stati abbattuti grazie a caccia intercettori F-35 (al loro primo successo in volo) e a batterie di missili antimissili Arrow 3 (utilizzate forse per la prima volta). Gli Houthi, il cui slogan è “Morte all’America, morte a Israele, maledizione agli ebrei e vittoria all’Islam”, sono invece riusciti ad abbattere l'altro ieri un drone americano MQ-9 che pattugliava l'area sopra il Mar Rosso.

Non è la prima volta che gli Houthi celebrano un successo di questo tipo: si tratta infatti del terzo drone tirato giù dai ribelli che controllano vaste aree dello Yemen. Dopo il 7 ottobre, però, queste ostilità assumono un valore ben più pesante. Senza dimenticare che il 19 ottobre  gli Houthi avevano giù lanciato una salva di cinque missili da crociera verso Israele: uno l'ha abbattuto l'Arabia Saudita e quattro sono stati centrati dal missili lanciati dal cacciatorpediniere della marina americana "Carney" schierato nel Mar Rosso settentrionale. Va da sé che contraerea missilistica ha bisogno dei dati raccolti anche dai droni come i Reaper. 

Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 11:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci