Gazprom, la società russa del gas chiude in perdita (per la prima volta): nel 2023 rosso di quasi 7 miliardi di dollari. Ecco perché

È la prima volta che succede in quasi 25 anni di storia dell'azienda

Venerdì 3 Maggio 2024
Gazprom, la multinazionale russa del gas chiude in perdita (per la prima volta): nel 2023 ha perso quasi 7 miliardi di dollari. Ecco perché

Gazprom, la società russa dell'energia, specializzata nell'estrazione del gas e controllata direttamente dal Cremlino, ha chiuso il 2023 in perdita con un rosso di 629 mld di rubli (circa 6,9 mld di dollari). È la prima volta che succede in quasi 25 anni di storia dell'azienda, cioè dal 1999. Gli analisti, nonostante il conflitto in corso con l'Ucraina, ritenevano che il bilancio si potesse concludere comunque con un profitto, anche se minore rispetto a quello conseguito nel 2022. L'attuale crollo è dovuto principalmente ai volumi ormai estremamente bassi di fornitura di gas all'Europa (un tempo il principale mercato di Gazprom), che a quanto pare si sarebbero più che dimezzate a seguito delle sanzioni.

Le aspettative disattese

I risultati evidenziano il drammatico declino della compagnia, che dal crollo dell’Unione Sovietica è stata una delle più potenti della Russia, con le sue forniture di gas spesso utilizzate come leva nelle controversie con paesi confinanti come l'Ucraina e la Moldavia.

Gli analisti si aspettavano, per il 2023, un utile netto di 447 miliardi di rubli. Secondo l'analisi di Reuters, si è trattato della prima perdita annuale di Gazprom dalla fine degli anni '90/primi anni 2000, quando Alexei Miller, un alleato dell'allora neo presidente Putin, rilevò la società. La perdita di Gazprom nel 2023 fa seguito all’utile netto di 1,2 trilioni di rubli del 2022.

Le sanzioni

Le esportazioni di gas dalla Russia verso l’Europa, un tempo il suo principale mercato di esportazione, sono crollate a causa delle ricadute politiche del conflitto in Ucraina. Gazprom è stata la principale vittima delle sanzioni occidentali. A metà del 2022, l'azienda è stata costretta a limitare le forniture di gas all’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream 1 e a settembre ha annunciato che avrebbe chiuso a tempo indeterminato il gasdotto che parte dalla Siberia e arriva fino in Germania attraversando il Mar Baltico. Il mese successivo il condotto è stato danneggiato da esplosioni sottomarine, sulle cui cause stanno ancora indagando le autorità tedesche. Tutte queste sanzioni hanno spinto il prezzo del gas fino a livelli record, con i paesi europei che sono però riusciti trovare fonti alternative di approvvigionamento, in particolare da Qatar e Stati Uniti. 

Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 09:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA