VENEZIA - Tasse, i veneti sono tra i più fedeli al Fisco: evasione diminuita di oltre 2miliardi di euro. Tra il 2014 e il 2020 (ultimo anno in cui i dati sono disponibili), la stima dell’evasione fiscale in Veneto è diminuita di 2,2 miliardi di euro (-23,7 per cento). Sebbene il 2020 sia stato un anno molto particolare a causa della pandemia, in questi 6 anni il tax gap nella nostra regione stimato dall’Ufficio studi della CGIA è sceso da 9,36 a 7,15 miliardi di euro .
Diminusce l'evasione in Veneto
Sebbene in Veneto l’evasione abbia una dimensione tra le più contenute d’Italia, l’Amministrazione finanziaria è comunque riuscita a imboccare la strada giusta per combattere efficacemente questa piaga sociale ed economica.
I contribuenti veneti sono tra i più fedeli al fisco
Nel 2020 il peso dell’economia non osservata sul valore aggiunto nazionale (Pil) era all’ 11,6 per cento, pari a 174,6 miliardi di euro4. Nelle varie aree del Paese, il sommerso economico ha una diversa incidenza sulla ricchezza prodotta: il 9,2 per cento a Nordovest, il 9,8 per cento a Nordest, sale al 12 per cento al Centro e raggiunge il 16,8 per cento nel Mezzogiorno. Specularmente, per ogni regione il mancato gettito tributario e contributivo che, invece, si aggira attorno ai 90 miliardi di euro. In altre parole è come se, a livello nazionale, a fronte di ogni 100 euro di gettito incassato ne venissero evasi 13,2. Nel Nordovest, l’Ufficio studi della CGIA stima che l’ammontare totale del gettito evaso sia pari a 23,4 miliardi di euro; pertanto, ogni 100 euro incassati se ne perdono 10,3, nel Nordest 11,1 (17,6 miliardi di gettito eroso dagli evasori), al Centro 13,6 (19,8 miliardi di gettito perso) e nel Mezzogiorno 19 (29,1 miliardi di gettito perso).
A livello regionale, infine, la situazione più critica la scorgiamo nel Sud: nella classifica di euro evasi ogni 100 euro incassati, in Puglia se ne “perdono” 19,2 euro, in Campania 20 e in Calabria 21,3. Si tratta di cifre doppie rispetto a quelle che si registrano nelle regioni meno interessate dal fenomeno evasivo: Veneto (11,4 euro), Friuli Venezia Giulia (10,6 euro), Provincia di Trento (10,2 euro) e Lombardia (9,5 euro). Il territorio nazionale più fedele al fisco è la Provincia di Bolzano che presenta un’evasione di 9,3 euro ogni 100 incassati.
Irpef: gli autonomi pagano più dei dipendenti
In queste ultime settimane, in particolar modo da parte della CGIL e della UIL, si sostiene che l’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) sarebbe pagata quasi interamente da pensionati e lavoratori dipendenti. Secondo la Cgia, questa affermazione sarebbe fuorviante, perché sottende che in Italia a versare la quasi totalità dell’Irpef sarebbero solo due categorie di contribuenti. Se, infatti, è palese che l’84 per cento dell’Irpef totale è versata all’erario da pensionati e lavoratori dipendenti, ciò avviene perché queste due categorie rappresentano l’89 per cento del totale dei contribuenti Irpef presenti in Italia. L’altro 11 per cento circa, invece, è costituito da percettori di altre categorie di reddito. In particolare, i lavoratori autonomi sono l’8,5 per cento del totale dei contribuenti Irpef. Se si vuole dimostrare lo squilibrio del carico fiscale legato all’Irpef, la metodologia “corretta” sta nel calcolare l’importo medio versato da ciascun contribuente facente parte di ognuna delle tre principali tipologie che pagano l’imposta sulle persone fisiche: ovvero autonomi, dipendenti e pensionati. Applicando questa metodica, ai dati sui redditi relativi al 2019 (fonte Ministero dell’Economia e delle Finanze), emerge che, mediamente, i pensionati pagano un’Irpef netta annua di 3.281 euro, i lavoratori dipendenti di 4.061 euro e gli imprenditori/lavoratori autonomi di 6.026 euro.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout