Draghi, scossa sul lavoro: «Donne e giovani indietro, è l'Europa delle disparità»

Sabato 8 Maggio 2021 di Alberto Gentili
Draghi, scossa sul lavoro: «Donne e giovani indietro, è l'Europa delle disparità»

Mario Draghi, al Social summit di Porto, ha lanciato un duro j'accuse. Per il premier italiano, al suo debutto in presenza in un vertice Ue, l'Europa ha fallito: non ha onorato l'impegno a non lasciare nessuno indietro ed è diventato il continente delle «disuguaglianze». E a pagare il prezzo più alto della pandemia, sono sempre i soliti: giovani e donne. Non solo: «Il mercato del lavoro è ingiusto, ostacola la crescita e danneggia proprio donne e giovani». «Non è l'Italia come dovrebbe essere, nè l'Europa come dovrebbe essere», «il Covid ha approfondito i divari».

Da qui un triplo appello: «Non allentiamo troppo presto gli stimoli di bilancio», «assicuriamoci che il supporto fiscale non sia ritirato presto» e «facciamo in modo che il programma Sure della Commissione europea diventi strutturale e sia implementato».

 


Draghi nel suo discorso è partito alla carica: «Da tempo l'Ue ha fatto del suo modello sociale un punto di orgoglio. Il sogno europeo è di garantire che nessuno venga lasciato indietro. Ma, già prima della pandemia, le nostre società e i nostri mercati del lavoro erano frammentati. Disuguaglianze generazionali, disuguaglianze di genere e disuguaglianze regionali». E qui il premier snocciola i numeri drammatici: «Nell'Ue un giovane su sette non è occupato, né frequenta un corso di istruzione o di formazione. In Italia siamo vicini a uno su quattro. Il divario nel tasso di occupazione tra uomini e donne nell'Ue si attesta a 11,3 punti percentuali. In Italia è quasi il doppio. Un terzo della popolazione italiana vive nelle regioni del Sud, ma la sua quota di occupazione totale è solo di un quarto. Questa non è l'Italia come dovrebbe essere, né l'Europa come dovrebbe essere».

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Secondo Draghi, «lo shock provocato dal Covid-19 ha reso questi divari ancora più profondi». E «sono i nostri giovani e le nostre donne a pagare il prezzo di questa tragedia». Però ora c'è la speranza rappresentata dal Piano di ripresa e resilienza (Pnrr). E grazie al Piano l'Italia, ha spiegato Draghi, «sta cercando di porre rimedio a questa triste situazione». «Verranno investiti 6 miliardi di euro per riformare le politiche attive del mercato del lavoro». In più il Piano prevede un «programma per l'occupabilità e le competenze, destinato alla formazione e alla riqualificazione» di chi cambia o cerca lavoro.
Draghi ha ricordato che 4,6 miliardi di euro sono destinati ad accrescere il numero di asili nido e di scuole materne, «alleviando il carico delle madri lavoratrici». E sono previste misure di lotta alla povertà infantile. Inoltre più di 14 miliardi sono previsti per le infrastrutture di trasporto al Sud, per aumentare la produttività e l'accesso al mercato per imprese e lavoratori. «Il Piano di Ripresa avrà una clausola di condizionalità che incoraggerà le imprese ad assumere più donne e più giovani. Dovremmo diventare tutti più inclusivi». Inoltre grazie al Pnrr «rafforzeranno l'occupazione, in particolare quella giovanile e femminile e nel Sud» con le riforme «della pubblica amministrazione, della burocrazia e del sistema giudiziario».


IL TRIPLO APPELLO
Poi i tre appelli, lanciati in fretta dal premier perché la moderatrice gli ha chiesto di «concludere rapidamente»: «Non bisogna ridurre troppo presto le misure di sostegno fornite dalla politica di bilancio. Il programma Sure ha fornito una rete di sicurezza rapida ed efficace per i Paesi più colpiti dalla crisi sanitaria. La trasformazione del Sure in uno strumento strutturale potrebbe essere funzionale a un Sistema europeo di assicurazione contro la disoccupazione e costituirebbe condizione preliminare per una effettiva unione monetaria».
DOCUMENTO SENZA IMPEGNI
Il social summit, che oggi muterà in Consiglio Ue, si è chiuso con l'impegno dei leader Ue a «mantenere le misure d'emergenza finché è necessario, promuovendo un approccio per facilitare la creazione di posti di lavoro». E con la richiesta al Consiglio Ue di approvare gli obiettivi dell'agenda sociale entro il 2030, tra cui il 78% di occupazione, il 60% di lavoratori adulti impegnati in una formazione annuale. Obiettivi però non vincolanti e nel rispetto «del principio di sussidiarietà»: le competenze restano a livello dei singoli Stati.
Una curiosità. Aprendo i lavori la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha citato il Gattopardo: «Il mondo sta cambiando e anche noi dobbiamo cambiare. Come ha detto il celebre Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo, tutto deve cambiare perché tutto resti come prima».

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Ultimo aggiornamento: 09:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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