Calano i fallimenti ma non a Nordest
​dove crescono del 16%

Venerdì 5 Giugno 2015
Calano i fallimenti ma non a Nordest ​dove crescono del 16%
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MILANO - Per la prima volta in 3 anni calano i fallimenti. Veneto e Nordest tuttavia si muovono in controtendenza e registrano un incremento marcato.

A livello nazionale il Cerved indica si è registrata una diminuzione del 2,8% rispetto ai primi 3 mesi del 2014, pari a 3.800 aziende e del 21,2% delle procedure non fallimentari. In totale sono 21 mila le imprese che hanno chiuso i battenti (-3,5%). L'Osservatorio Cerved, rileva che è soprattutto l'industria a sostenere il trend positivo (560 le procedure aperte da imprese manifatturiere nel periodo, -15,3% verso un anno prima). I settori industriali più coinvolti sono la fabbricazione di mezzi di trasporto (-36,1%) e la metallurgia (-30,2%). In calo del 2,5% anche il numero di fallimenti nelle costruzioni. Scendono del 3,5%, a 21mila, le imprese che hanno chiuso i battenti nei primi tre mesi, tra fallimenti, procedure concorsuali non fallimentari e liquidazioni volontarie. «Dopo quasi tre anni i dati relativi alle chiusure sono finalmente positivi - commenta Gianandrea De Bernardis, Ad di Cerved - con un miglioramento diffuso a tutte le procedure che monitoriamo nell'Osservatorio. Chiudono meno imprese e quelle rimaste sul mercato pagano prima i fornitori: con la ripresa già in atto ci aspettiamo nei prossimi mesi un rafforzamento di questo trend positivo.»



Dal punto di vista geografico, sempre nel primo trimestre,la situazione cambia a seconda delle aree monitorate con un deciso calo dei default nel Nord Ovest (-9%) e nel Mezzogiorno (-4,2%), mentre nel Nord Est i fallimenti sono tornati ad aumentare (+5,1%). Nel Veneto infatti le procedure di fallimento nel primo trimestre sono aumentte del 16,3%. A livello regionale, quattro regioni hanno ridotto sensibilmente il numero di fallimenti: Marche (-25,3%), Toscana (-20,1%), Sicilia e Piemonte (-16,7%). All'opposto, Umbria (+29,7%), Lazio (+22,6%) e Abruzzo (+20,3%) registrano forti aumenti. Quanto alle chiusure di imprese dal punto di vista settoriale, l'industria è il settore più coinvolto dalla positiva inversione di tendenza: tutte le procedure monitorate nell'Osservatorio diminuiscono con tassi a due cifre. Anche nelle costruzioni, il comparto che più di tutti ha sofferto le conseguenze della lunga crisi economica, si registra un'inversione di tendenza, con un calo di fallimenti, procedure non fallimentari e di liquidazioni volontarie. Nel primo trimestre è sceso anche il calo delle procedure concorsuali non fallimentari, diminuite di un quinto a 600. Quanto alle liquidazioni volontarie, emerge una flessione del 2,9% a 16,5mila imprenditori che hanno deciso di liquidare volontariamente la propria attività. «A liquidare attività in bonis - conclude De Bernardis - sono soprattutto imprenditori con basse aspettative di profitto: il calo di questo indicatore è quindi un dato importante, che suggerisce un miglioramento nella fiducia di chi fa impresa».
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