Topolino, Charlie Chaplin e le canzoni di Marilyn: tutti liberi dal copyright. Disney perde i diritti

Domenica 24 Dicembre 2023 di Vittorio Sabadin
Topolino, Charlie Chaplin e le canzoni di Marilyn: tutti liberi dal copyright. Disney perde i diritti

Dopo quasi un secolo, dal primo gennaio 2024 la Walt Disney perderà i diritti di copyright su Topolino e Minnie le cui fisionomie diventano di pubblico dominio. È una data importante nel mondo della cultura americana, che da molti anni protesta e chiede di avere libero accesso a opere che fanno ormai parte della storia del paese, ma non possono essere utilizzate da nessuno.

Quali sono le opere libere

Topolino e Minnie apparvero la prima volta in un film uscito nel 1928, «Steamboat Willie», i cui diritti, secondo la legge, avrebbero dovuto scadere nel 1984.

Ma le pressioni di Disney e di altri favorirono una proroga al 2004, poi ulteriormente allungata al 2024 da una decisione del Congresso. Si temeva che in questi ultimi 20 anni Disney avrebbe proseguito nella sua azione di lobbismo per ottenere altri rinvii, ma non è accaduto nulla. Oltre ai diritti sul primo Topolino, dal primo gennaio scadranno così anche quelli dell'«Opera da tre soldi» di Brecht, dell'«Amante di Lady Chatterley» di Lawrence, di altri racconti di Winnie the Pooh, di «Niente di nuovo sul fronte occidentale» di Remarque, dei film «Il Circo» di Chaplin e «Il Cameraman» di Keaton, di alcune musiche di Cole Porter e di «I wanna be loved by you», la canzone che Marilyn Monroe rese celebre in "A qualcuno piace caldo".

Il copyright

Disney è stata molto attenta in questi anni a proteggere i suoi personaggi. Dan O'Neill, nel 1971, volendo sostenere con un'azione provocatoria le proteste contro le proroghe del copyright, pubblicò un fumetto nel quale Topolino era un trafficante di droga e faceva sesso con Minnie. Il tribunale lo condannò a non disegnare mai più il personaggio e se lo facesse oggi, che ha 81 anni, O'Neil dovrebbe ancora pagare 190 mila dollari di multa e scontare un anno di prigione. Jennnifer Jenkins, direttrice del Duke Center for the Study of the Public Domain, ha detto che la caduta dei diritti su Topolino è «una pietra miliare storica» che «sta generando grande entusiasmo nella comunità del copyright». Un professore di Harvard, Lawrence Lessing, si era rivolto alla Corte Suprema, ricordando che la Costituzione americana stabilisce che il diritto d'autore deve avere un periodo limitato, per poter garantire l'istruzione e l'accesso alla conoscenza. Perse la causa, ma avviò un dibattito che ha contribuito a convincere Disney a non insistere più.
I sostenitori del principio che le opere che fanno parte della cultura di un paese devono diventare di pubblico dominio in un tempo ragionevole accusano Disney di avere ripetutamente violato i principi che diceva di sostenere. «Frozen» è stato ispirato dalla «Regina delle nevi» di Hans Christian Andersen, il «Re Leone» dall'«Amleto» di Shakespeare e da un poema del Mali, l'«Apprendista stregone» di «Fantasia» da una poesia di Goethe, altri lungometraggi sono stati tratti da opere di Lewis Carroll, dei fratelli Grimm, di Victor Hugo e Carlo Collodi. Walt Disney stesso aveva ammesso che Topolino deve molto a Charlie Chaplin per le buffonate (il piccoletto che cerca di fare quel che può) e a Douglas Fairbanks per le azioni intrepide.

Cosa cambia

Perché allora non permetteva ad altri di usare i suoi personaggi in analoghe operazioni di remix? L'intransigenza nel proteggere il marchio è stata irremovibile: Disney, nel 1989, aveva persino citato in giudizio gli Academy Awards, perché nella cerimonia avevano proiettato uno spezzone di «Biancaneve», e due asili nido della Florida perché avevano Paperino e Qui Quo Qua disegnati sulle pareti.
Dal primo gennaio ognuno potrà fare quello che vuole, almeno con le immagini di Topolino e Minnie del 1928. Chi ha combattuto questa importante battaglia teme ora che ci sia qualcuno che ne abusi. Nel 2019 sono scaduti i diritti del «Grande Gatsby» di Francis Scott Fitzgerald e di Winnie the Pooh, e subito sono usciti «Il grande Gatsby e gli zombie» e «Winnie the Pooh, miele e sangue». C'è anche il pericolo che si faccia mercato dei personaggi con gadget e pupazzetti che spingerebbero Disney a una nuova causa e provocherebbero altri divieti. Topolino è finalmente di tutti e non dovrebbe quindi più appartenere a nessuno, soprattutto a chi vorrà sicuramente approfittarne.

Ultimo aggiornamento: 08:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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