Keira Knightley: «Copyright sul mio volto». L'attrice contro l’intelligenza artificiale. E scoppia il caso Bruce Willis

In assenza di leggi, l’attrice vuole proteggere la sua immagine. Il caso di Bruce Willis: soffre di demenza, ma è apparso in uno spot

Venerdì 15 Settembre 2023 di Vittorio Sabadin
Keira Knightley: «Copyright sul mio volto». L'attrice apre la guerra all’intelligenza artificiale

L’attrice britannica Keira Knightley ha annunciato che intende mettere un copyright sul suo volto se i governi non approveranno regole ferree per proteggere gli attori dall’Intelligenza Artificiale. A Hollywood i lavoratori del cinema sono in sciopero da 137 giorni per le stesse ragioni: le nuove tecnologie disponibili possono scrivere testi e sceneggiature, sostituire ai volti di semplici comparse quelli di attori famosi, far ringiovanire Indiana Jones e persino far continuare a recitare un interprete morto durante le riprese del film.

Knightley ha fatto una breve dichiarazione al Telegraph di Londra che è subito rimbalzata nel mondo del cinema, rinfocolando le polemiche tra gli Studios (affiancati da Netflix, Amazon e Apple) e gli scrittori e attori che temono di perdere il posto.

Ma c’è altro: «Al momento per le attrici la preoccupazione riguarda la propria voce, e stanno cercando di proteggere l’industria del doppiaggio - ha detto - . Spero che i governi si muovano e regolamentino questo problema, se no immagino che il mio prossimo passo sarà quello di proteggere il mio volto». La tecnologia diventa sempre più accessibile al grande pubblico e sui social media impazzano video che hanno una testa famosa sul corpo di qualcun altro, in abbinamenti che vengono usati per pubblicità, brani musicali, siti porno. 

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L’esempio più citato, per far capire ciò che potrebbe accadere, è quello di Bruce Willis, l’attore affetto da demenza e non più in grado di recitare, che è ugualmente comparso in una pubblicità nella quale aveva una bomba legata al corpo, e urlava dal retro di uno yacht «Mississippi» con un accento russo. Il sindacato SAG-AFTRA, che rappresenta 160 mila professionisti del settore, ne ha fatto il simbolo della sua battaglia, con lo slogan: «Di chi è Bruce Willis?»

Il problema, hanno scritto in queste settimane molti giornali americani, è vasto e riguarda tutti noi. Il regista francese Jean-Luc Godard una volta disse che il cinema sarebbe morto con lui. Lui è morto un anno fa e il cinema gli è sopravvissuto, ma ora l’Intelligenza Artificiale solleva un dilemma analogo: che gli esseri umani possano diventare obsoleti prima delle loro espressioni artistiche. Chat GPT scriverà sceneggiature e romanzi, macchine elettroniche faranno muovere attori digitali, molte arti sopravviveranno ai loro creatori.

IL PROGETTO

Tony Vinciquerra, amministratore delegato di Sony Pictures Entertainment, farà parte della delegazione che riprenderà le trattative la prossima settimana a Hollywood e sta cercando di trovare un accordo: «Gli scrittori – ha detto – hanno molta paura che li metteremo tutti fuori dal mercato. Ma l’Intelligenza Artificiale è uno strumento incredibile per loro. Ogni scrittore con cui parliamo ammette di usarla per accelerare il processo e renderlo migliore». E per quanto riguarda gli attori, «non si può prendere l’immagine di qualcuno senza il suo permesso. E tutti nel settore della produzione ne sono pienamente consapevoli e aderiranno a questo impegno».

Keira Knightley non si fida e la sua idea potrebbe funzionare, ma si scontra con le attuali leggi sul copyright, che permettono di proteggere solo le creazioni della mente umana e non quelle della Natura. La violazione del copyright sui tratti del viso di un individuo sarebbe poi impossibile da evitare oggi: in teoria potrebbe essere citato in giudizio chiunque catturi l’immagine di un passante sul proprio smartphone. Le norme al riguardo variano da paese a paese, ma in nessun luogo le celebrità hanno un copyright sui loro volti. Se l’immagine viene però usata per fini commerciali senza avere un’autorizzazione, si possono intentare cause e chiedere i danni. A Londra ha fatto scuola il caso di un fotografo che aveva venduto una foto di Rihanna, della quale aveva i diritti, ad un’azienda di abbigliamento che la usò per una pubblicità che fu poi costretta a ritirare. Negli Stati Uniti, sulla base del Primo emendamento, non si può impedire la diffusione di informazioni false, ma si può punire chi lo fa calunniando altri. In nessun luogo della Terra è invece permesso di concedere un copyright alle cose create dalla Natura, come fiori, Dna, batteri o volti umani. Il diritto d’autore è concesso solo alle opere realizzate dall’uomo con uno sforzo deliberato e con un minimo di processo decisionale e creatività. Bisognerà dunque inventarsi nuove leggi e fare in fretta: la tecnologia progredisce a una velocità ben superiore alla nostra capacità di reazione, e potrebbe ben presto fare a meno di noi, non solo a Hollywood.

Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 12:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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