"Smoke on the water" e altri classici
accendono il concerto dei Deep Purple

Sabato 21 Novembre 2015 di Bruno Cera
"Smoke on the water" e altri classici accendono il concerto dei Deep Purple
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PADOVA - C’è poco da fare, la gente vuole il fumo sull’acqua, vuole la notte nera. Hanno commesso un errore, i Deep Purple, venerdì sera, alla Kioene Arena di Padova: hanno avviato le danze con due pezzi molto vecchi ("Demon’s eye" e "Hard lovin’ man") che i più hanno scordato e hanno continuato con due nuovi, da "Now what!?" ("Vincent Price" e "Uncommon man") che molti non hanno memorizzato. Il risultato è stato una certa freddezza iniziale, anche perchè Ian Gillan, ancorchè in sella con la voce, come presenza procedeva al piccolo trotto.



La temperatura è cambiata con l’assolo al buio, spezzato dal balenare di bacchette luminose, di Ian Paice, all’interno di "The mule", e con la calata di classici ribollenti come "Space truckin’" e "Smoke on the water", salutati dai boati del pubblico (sala piena), che finalmente - assieme a Gillan - si è riscaldato. La colonnina del mercurio è salita ancora con una bella versione, vagamente psichedelica, di "Hush" e una, tirata, di "Black night". Ma ormai si era già ai bis. Ciò che accende la miccia sono ancora e sempre le granate degli anni Settanta; giusto tentare altri blitz, ma difficile.



Come ci si aspettava, Steve Morse, alla chitarra, ha seminato gemme di vario splendore. Una sorpresa invece è stata Don Airey. Esile e all’apparenza un po’ svagato, è stato vivacissimo alle tastiere, toccando tutti i generi fino al "Vincerò" di Verdi: Jon Lord non poteva trovare miglior sostituto. Per finire lanciamo un quesito nella Rete: ma cosa ci faceva Ian Paice con la maglietta di Don Bosco?
Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 09:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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