Dalla villa dimora di Berlusconi al museo del Canova: le stele Mellerio per la prima volta si svelano

Venerdì 6 Maggio 2022 di Francesca Dussin
Le stele del Canova

POSSAGNO - S'inaugura al Museo Gypsotheca di Possagno la mostra Canova e il dolore. Le stele Mellerio. Il rinnovamento della rappresentazione sepolcrale, il cui cuore pulsante è la ricomposizione dei due monumenti funebri Mellerio, per la prima volta dal loro smembramento. Monumenti la cui collocazione originaria era una cappella in Villa Gernetto in Lombardia, oggi dimora di Silvio Berlusconi, dove tra l'altro si è svolto il recente matrimonio simbolico del leader di Forza Italia. La mostra, ideata da Vittorio Sgarbi, è il secondo appuntamento espositivo del 2022 degli Anniversari Canoviani, iniziativa che celebra i 200 anni dalla morte del genio del neoclassicismo. «È una mostra dal grande valore storico, artistico e culturale, che racconta il percorso creativo di Canova sul tema sepolcrale spiega Moira Mascotto, direttrice del Museo Gypsotheca I numerosi prestiti provenienti da collezioni pubbliche e private nazionali e internazionali, unite al patrimonio del Museo, hanno permesso di creare un'esposizione ricca di interesse e di novità».

IL PERCORSO
La prima sezione è dedicata alle stele Mellerio, volute dal conte Giacomo in memoria dello zio Giovanni Battista e della moglie Elisabetta Castelbarco, e ad un terzo monumento commissionato allo scultore Giuseppe De Fabris per commemorare la figlia Giovannina scomparsa prematuramente.

Questo apparato scultoreo giunse a Villa Gernetto tra il 1814 e 1825, ma negli anni '60 o '70 del secolo scorso fu smembrato e rimosso dalla sua originaria collocazione. Nel 1978, bloccate dalla Soprintendenza ai Beni Storici e Artistici di Palermo mentre stavano per essere esportate in Germania, le due opere di Canova furono acquistate dalla Regione Sicilia, mentre i rilievi del monumento di De Fabris divennero parte di diverse collezioni private e oggi eccezionalmente ricomposti per questa esposizione.

I BOZZETTI
Nella sua seconda sezione, la mostra espone il rinnovamento della rappresentazione sepolcrale operato da Canova, e quindi tutto quel processo che lo ha portato alla realizzazione delle sculture: dagli schizzi e disegni inediti, ai bozzetti in terracotta, e infine i modelli in gesso. «Canova si allontana da quella raffigurazione dell'effimero con teschi e clessidre, tipica dei monumenti funebri dei suoi contemporanei spiega Francesco Leone, uno dei due curatori della mostra Elimina tutte le allusioni per puntare invece ai sentimenti alti, assoluti, spirituali».
La terza e ultima sezione ripercorre gli omaggi di molti artisti a Canova, artisti che con lui si sono misurati e confrontati «tentando di eguagliare la sua capacità di esprimere il dolore e di raffigurare un dialogo sentimentale con la memoria», aggiunge l'altro curatore della mostra Stefano Grandesso. «Le stele rappresentano una donna che abbraccia l'urna con le ceneri del defunto conclude Sgarbi e sono cariche di malinconia e rimpianto. In termini foscoliani, il sepolcro si eleva a luogo deputato alla riflessione laica sui misteri dell'esistenza, è il testimone che vince di mille secoli il silenzio».
 

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