Kledi, la moglie scrive una commovente lettera al figlio malato: «Gabriel, un giorno ti racconterò di quanto sei stato forte»

Kledi Kadiu e Charlotte Lazzari, sposati dal giugno 2018, nel 2016 avevano accolto la primogenita Lea. Poi nell'agosto 2021 era arrivato Gabriel nato con la «meningo-encefalite»

Lunedì 10 Luglio 2023
Kledi, la moglie scrive una commovente lettera al figlio malato: «Gabriel, un giorno ti racconterò di quanto sei stato forte»

«Gabriel, un giorno ti racconterò di quanto sei stato forte». Inizia così la toccante lettera che Charlotte Lazzari, moglie di Kledi, dedica al secondo figlio al quale è stata diagnosticata la meningoencefalite, un'infiammazione che colpisce meningi e cervello. Una foto postata su Instagram in cui la mamma tiene la mano del piccolo di 2 anni e delle dolcissime parole che arrivano dirette al cuore. 

Kledi, la lettera della moglie al figlio malato

«Ti racconterò i momenti in cui lo siamo stati insieme ma anche quelli in cui io, non lo sono stata per niente.

Lo farò perché meriti assoluta verità e per ricordarti che spesso le salite più ripide e difficili nascondono panorami che ti tolgono il fiato. Tu per me sei già quel panorama perché ogni giorno vissuto con te è uno spettacolo per cui vale la pena pagare il biglietto».

La malattia di Gabriel

Kledi Kadiu e Charlotte Lazzari, sposati dal giugno 2018, nel 2016 avevano accolto la primogenita Lea. Poi nell'agosto 2021 era arrivato Gabriel. Solo lo scorso anno Kledi era riuscito a raccontare la malattia del secondogenito, nato ad agosto 2021 sui social. L'ex ballerino di Amici in un lungo post ha rivelato che al piccolo, poche settimane dopo la nascita, è stata diagnosticata la «meningo-encefalite». È iniziato così «un calvario che ci ha davvero messi a dura prova. Gabriel è sopravvissuto e dopo aver riaperto gli occhi, passo dopo passo e con l’audacia di un eroe ha messo in campo tutta la sua forza per riappropriarsi di ciò che questo brutto imprevisto gli ha tolto». Il bimbo ha dovuto affrontare «un mese e mezzo in terapia intensiva e tanti, tantissimi esami».

Poi è tornato a casa ma i genitori erano «consapevoli che il percorso di ripresa sarebbe stato lungo e impegnativo» e così è.  «Oggi non vogliamo nasconderci dietro alle parole fingendo che sia tutto semplice ma crediamo immensamente nella neuro plasticità, nella sconfinata forza di volontà del nostro piccolo guerriero, nella costanza e nell’amore come miglior stimolo all’apprendimento».

Ultimo aggiornamento: 11 Luglio, 07:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci