Sorrentino: ci speravo, l'Oscar
a La Grande bellezza è un sogno

Giovedì 16 Gennaio 2014
Servillo, Ferilli e Sorrentino
Sono frastornato, non ho ancora ben capito cosa stia accadendo, ma ne sono felice. Sono le prime parole di Paolo Sorrentino, il nuovo eroe del cinema italiano, che con il suo La Grande bellezza ha colmato un vuoto che durava troppi anni.



Nomination agli Oscar in una tiepida mattina losangelina: un risultato non da tutti, ma lui non è uno qualunque tanto che oggi, contro ogni consuetudine, è stato investito da una lunghissima serie di messaggi di complimenti, giunti dai sui colleghi registi, da Virzì, a Opzetek, da Moretti a Veronesi, a dimostrazione che a oggi è accaduta una cosa molto importante per tutto il cinema italiano. «Ci speravo, ci contavo, ma qui non si può mai dare niente di scontato e ora posso dire che il risultato è molto buono e che ci speravo fortemente. Avevo buone sensazioni, e i film scelti sono tutti molto interessanti e sono davvero contento di avercela fatta fino a qui».



In certe occasioni le dediche non mancano, ma anche in questo caso Sorrentino si dimostra speciale: «Non ho una dedica speciale, voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato al film, tutti, dal primo all'ultimo. È stato un film difficile, duro e faticoso, girato quasi tutto in notturna, con temperature pazzesche. Voglio ringraziare tutti loro, senza cui non ci sarebbe stato questo film. Questo risultato è merito di tutti, dagli attori agli elettricisti, nessuno escluso. Anzi, una dedica speciale ce l'ho, ed è per i tantissimi colleghi che mi hanno scritto, condividendo la mia gioia. È una cosa molto rara, e per questo li voglio davvero ringraziare con tutto me stesso».



Il film è stato gradito senza riserve negli Stati Uniti, e Sorrentino se lo spiega così: «Qui il pubblico era predisposto per potere apprezzare questo film senza alcun pregiudizio e soprattutto con un approccio emotivo e sentimentale scevro da ogni ragionamento, ed era il modo migliore per approcciarsi a un film come La grande bellezza. Speravo accadesse e che il pubblico si lasciasse trasportare sul filo dell'emozione sentimentale, e non intendo quella propriamente amorosa, ma quella rispetto alla vita, alla gioia, ai dolori dell'esistenza umana». In presenza di Bertolucci, che a Los Angeles lo aveva incoronato paladino di un cinema italiano in via di rinascita, alla domanda se avesse mai sognato di vincere un Oscar rispose con titubanza, oggi invece il sogno si è avverato e si può anche ammetterlo.



«Ognuno di noi che intraprende questa strada sogna un giorno che il proprio lavoro venga riconosciuto e gli Oscar sono il massimo: erano un sogno e sognare non costa ed è un'attività rinfrancante. Poi esserci dentro ora, in una dimensione reale e non più onirica, ha dell'incredibile e mi lascia frastornato. Non ho ancora ben compreso cosa stia accadendo e spero di raccapezzarmici un poco di più nei prossimi giorni».



Il peso di rappresentare il cinema italiano può essere fardello difficile da sostenere, ma Sorrentino lA vede in modo diverso: «Non sento alcun peso, anzi, sono felice di rappresentarlo, con un film che credo possa farlo degnamente. E so che non ci sono solo io nel cinema italiano. Sono in compagnia di tanti bravissimi colleghi che gli fanno onore quotidianamente». Gli Oscar, la nomination, almeno, sono un punto di partenza o un punto di arrivo per il regista napoletano? «Per il mio film sono sicuramente un punto di arrivo per me credo invece un punto di partenza che invece che placarmi mi dà una grande iniezione di energia».
Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 10:26

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