Crozza, monologo sull'inventiva
la genialità e i disastri italiani

Sabato 22 Febbraio 2014 di Giò Alajmo
Crozza, monologo sull'inventiva la genialità e i disastri italiani
Crozza entra con lo scudo con su scritto PACE, dopo aver fatto un po’ manfrina ricordando l’accoglienza un po’ complicata dell’anno scorsa quando gli urlarono di non parlare di politica. Lo applaudono. «Potete insultarmi cinque minuti? Quando vengo qui mi sento a mio agio come la Kyenge che esce dalla torta al compleanno di Bossi».

E parla dell’Europa: «Il giudizio che ha nei nostri confronti è affrettato. Noi siamo diversi. Invece tedeschi, belgi, olandesi sono simili. Noi per loro siamo i cugini scemi, buoni per le barzellette. Ma io non voglio essere la chiusa comica delle barzellette, perchè noi siamo capaci di cose geniali. Certo, anche di altre discutibili e su quelle comunque siamo fortissimi. Ma noi siamo in continua oscillazione tra grande bellezza ed enorme disastro, dobbiamo solo lavorare sul disastro(e mostra il treno inclinato sulla Riviera e la torre di Pisa)».

«La bellezza - continua il suo monologo - gliel’abbiamo insegnata noi. Quando noi avevano Giotto loro disegnavano sulle capanne coi wurstel. Pensate al Rinascimento. Qualcuno ha fatto mai sei ore di coda al Louvre per vedere l’aringa sotto sale? In Italia venivano intellettuali e artisti. Goethe ha scritto nel 1816 un libro di 700 pagine su di noi in "Viaggio in Italia", se andava in Belgio avrebbe scritto un messaggino. E non ha visto la Cappella Sistina. Michelangelo è rimasto dieci anni sulla schiena a dipingere, ed era pure omosessuale. Per dirlo a Giovanardi. Michelangelo e Giovanardi. Che non sembrano neppre appartenere allo stesso ceppo evolutivo».

E racconta del rapporto diretto fra bellezza e fatica, di Michelangelo che rimase per dieci anni sulla schiena a dipingere la Capella Sistina mentre «noi abbiamo mille persone da dieci anni in Parlamento che non sono capaci di fare una legge elettorale».

Ricorda poi le mille invenzioni italiche, la pila, il telefono, l’energia nucleare, il motore a scoppio. «Cosa sarebbero le auto tedesche senza di noi? Farebbero biciclette», scherza.

E ribadisce il concetto dei due estremi: «Ferrari ha inventato la macchina più bella del mondo e John Elkann la cazzata più grande del mondo. Che i giovani non trovano lavoro perchè stanno a casa. Stanno a casa perchè non trovano lavoro! Mica hanno ereditato la Fiat dal nonno....»

E ancora: «Siamo un popolo fantastico. Abbiamo avuto la prima autostrada, il primo treno ad alta velocità, abbiamo inventato tutto. Ma i pendolari per arrivare al lavoro devono sperare nella deriva dei continenti. Abbiamo inventato le note, lo spartito. Senza di noi Beethoven come faceva? E gli strumenti, il violino, la viola, il fagotto, il trombone, il pianoforte. Senza di noi cosa suonavano? Ma oggi? L’MP3 mica l’ha inventato Steve Jobs, l’ha inventato in Italia Chiariglione, il computer l’ha inventato Piergiorgio Pierotto a Torino quando la Apple era ancora sull’albero».

E via così: «Abbiamo scoperto anche l’America, e il "diritto allla felicità" di Benjamin Franklin è stato copiato da Gaetano Filangeri, filosofo napoletano. E’ plagio! Come Michael Jackson con Al Bano».

E passa al debito pubblico, che si può aggiustare, bisogna lavorarci. Ma come migliorare?

«La Corte dei conti dice che se contassimo le nostre bellezze artistiche saremmo i migliori del mondo. ma come si monetizza la bellezza?».

E ricorda come «a Genova 600 anni fa c’erano i patti di solidarietà in cui due persone dello stesso sesso potevano firmare dal notaio un patto di assistenza convivenza e potevano ereditare. Poi scoprirono che i notai non erano grati s e non ne fecero più niente».

E racconta ancora dei genovesi che affittarono soldati francesi per sedare una rivolta in Corsica e poi per pagare il conto salato diedero ai francesi la Corsica «Come se dessi l’auto per pagare l’autolavaggio. Ecco le chiavi, è già pulita!»

E poi medita: «In corsica tre mesi dopo c’è nato Napoleone. L’abbiamo scampata bella. Bonaparte poteva essere genovese. Come Beppe Grillo. Ci mancava un altro pazzo mitomane che vuole fare la guerra all’Europa! Te l’immagini Waterloo in streaming?»

Il finale è sulle note di Mozart per giocare in chiave lirica sulla ipotetica svendita del patrimonio artistico. E poi Renzi, appena un accenno: «Farò una riforma al mese e farò subito un decreto per far durare il prosimo mese due anni e mezzo», scherza.

Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 09:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci