Caparezza e l'acufene: «Mai pensato di ritirarmi, ridurrò i concerti e mi curerò»

«La fine della mia carriera? Bisogna chiedere al mio otorino, non a me»

Martedì 28 Giugno 2022 di Mattia Marzi
Caparezza e l'acufene: «Mai pensato di ritirarmi, riudurrò i concerti e mi curerò»
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No, Caparezza non si ritira. Almeno, non adesso. È lo stesso rapper, nel backstage del suo concerto a Bologna (dove ieri sul palco del Sequoie Music Park ha dato ufficialmente il via alla tournée dell’album “Exuvia”), a specificare di non aver mai parlato di un ritiro dalle scene, ma solo di dover ridurre il numero dei concerti a causa dell’acufene, disturbo di cui soffre da anni.

Il pericolo che lasci la musica per ora non c’è, ma Michele Salvemini – è il vero nome del 48enne artista pugliese – con lucidità e franchezza ammette che quel pericolo potrebbe presentarsi, proprio a causa della malattia, in un futuro indefinito: «La fine della mia carriera? Bisogna chiedere al mio otorino, non a me. Alla fine di ogni tour vado a fare le visite di routine. Lo farò anche alla fine di questa serie di concerti. Il mio ufficio stampa è l’otorino: mi dirà lui quanto potrà durare».

Come se la vive?

«Non mi piango addosso. Combatto. Amo troppo questo mestiere per arrendermi. Negli anni ho imparato a prendere delle precauzioni».

Ad esempio?

«Ridurre il numero di concerti. Evitare di bombardarmi la testa con le cuffie, sul palco. Ho dovuto rinunciare anche ai due monitor (una cassa rivolta verso il palco stesso, che ha una funzione di ausilio importante per gli artisti perché gli fornisce un feedback della performance in tempo reale e funge da guida, ndr)».

L’acufene ha un impatto sulla struttura dello spettacolo?

«Sì. Il concerto dura due ore, perché più di quello non resisto. Non è più solo l’acufene, poi: ho perso anche alcune frequenze dell’udito. Si chiama ipoacusia».

 

Di cosa si tratta?

«È a tutti gli effetti un principio di sordità. Un problema dell’udito che sviluppa chi si espone più degli altri ai suoni e ai rumori».

C’è una comunità, in Italia, che raggruppa chi soffre di queste patologie, come lei?

«Purtroppo no. Di colleghi che hanno i miei stessi problemi ce ne sono tanti. Non posso fare i loro nomi per questioni di privacy. Ci supportiamo a vicenda. Ma molti di loro fanno finta di niente: continuano ad esibirsi come se niente fosse. È quello che ho fatto anche io per lungo tempo. Non volevo ammettere che c’era un disagio. Lo scoprii nel 2015 e due anni dopo lo dichiarai».

All’estero la situazione è diversa?

«“Neanche tanto. Dave Grohl dei Foo Fighters ha raccontato solo recentemente che tanti anni di musica lo hanno praticamente portato a diventare quasi sordo da un orecchio, portandolo a comprendere a fatica anche chi gli sta seduto accanto. D’altronde c’è poco da fare: il rock’n’roll vive di volumi altissimi ed è difficile salire sul palco e dare il massimo prendendo le precauzioni che ho preso io».

L’annuncio dello stop a tempo indeterminato dai concerti ha fatto schizzare le vendite dei biglietti.

«Mi da fastidio che qualcuno possa pensare che io abbia voluto in qualche modo spingere le vendite. Non uso questi mezzucci».

Come sono andate le cose?

«Io ho detto solo che non ci sarebbe stata una ripresa invernale del tour di ‘Exuvia’, che è la verità. Qualcuno ha letto queste dichiarazioni e ha pensato che questa mancata ripresa coincidesse con un addio alle scene. Appena ho visto che molti avevano frainteso le mie dichiarazioni sono intervenuto in prima persona sui social per chiarire che non mi sarei ritirato».

I fan le hanno scritto?

«Eccome. Ma anche i miei musicisti. A partire dal mio chitarrista: "Perché non ci hai detto niente?". Semplice: perché la notizia era inesistente. Il giorno in cui mi ritirerò sarò il primo a dirlo, senza delegare ad altri».

Cosa farà una volta finito il tour?

«In testa ho delle idee. Quando ho scoperto di avere l'acufene ho passato un momento davvero difficile. In quel contesto, a un certo punto, dal passato è arrivata come una specie di ancora: i fumetti, che sono stati il mio primo amore. Ecco, credo che in futuro farò qualcosa che possa conciliare le mie diverse passioni. Per il resto, il domani non si può prevedere. Una sola cosa è certa: non abbandonerò mai il mondo creativo».

Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 14:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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