Il sound metropolitano di Blanchard
per ricordare le vittime di Parigi

Sabato 21 Novembre 2015 di Gianpaolo Bonzio
Il sound metropolitano di Blanchard per ricordare le vittime di Parigi
BOLOGNA - In Italia Terence Blanchard è conosciuto soprattutto per aver firmato le colonne sonore di "Mo’ Better blues" e "Inside man" di Spike Lee, ma va rimarcato che nel jazz il suo nome riveste un ruolo di primissimo piano. Lanciato nella seconda metà degli anni Ottanta da Art Blakey nei Jazz Messengers, il trombettista di New Orleans si è imposto all’attenzione internazionale per un corposo percorso artistico. A fianco delle numerose colonne sonore, quindi, l’artista ha parallelamente sviluppato una produzione discografica invidiabile.



Per questo l’affollato concerto all’auditorium Unipol di Bologna, che seguiva di pochi giorni quello di Sacile, era una sorta di tappa decisiva per sondare da vicino il suo lavoro. E Blanchard, pur scosso dalle tragiche notizie di Parigi (ha dedicato il concerto alle vittime sperando che la musica dia la forza necessaria ai sopravvissuti), ha proposto un lungo set dove le vulcaniche invenzioni dell’E-Collettive hanno rafforzato il suo già potente stile. Nella musica di Blanchard c’è una delle tante evoluzioni del jazz contemporaneo. Ritmi sostenuti, echi funky, suoni campionati e soprattutto una inesauribile energia che ha trovato nel batterista Oscar Seaton il partner naturale della serata organizzata dal Bologna jazz festival.



Il sound del trombettista parte quasi sempre da brevi ed incisivi fraseggi che poi si sviluppano in modo fulmineo verso destinazioni molto precise. E l’esempio più lampante arriva proprio dal suo ultimo disco, "Breathless", presentato a Bologna che rappresenta una mirabile sintesi degli attuali sapori metropolitani della musica neroamericana. L’omaggio al passato (dai grandi del jazz come Miles Davis fino a Jimi Hendrix) per Blanchard è semplicemente un punto di partenza per esplorare le dinamiche sonore e le sfaccettature della musica attuale. Un modo per abbozzare e indicare a tutti gli scenari entro i quali il jazz dovrà confrontarsi in futuro.
Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 13:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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