Chiara Pavan
CHIARA LETTERA di
Chiara Pavan

Il pianeta "dominio" dei dinosauri:
è tempo di chiudere "Jurassic World"

Venerdì 3 Giugno 2022 di Chiara Pavan
Un momento di "Jurassic World - Dominio"

A quattro anni dalla distruzione di Isla Nublar, il mondo è cambiato: i dinosauri si sono sparpagliati ovunque e condividono l’ambiente con gli umani, ma l’equilibrio è molto fragile, per non dire pericoloso. L’uomo ha diritto all’incolumità più delle altre specie? O deve liberarsi dei dinosauri riportati in vita “fuori tempo”? Alle grandi domande etiche risponde il solito scienziato genial-pazzo, ovviamente miliardario (Hollywood ama il modello Steve Jobs, capello bianco e aria pacifica da guru) che “protegge” i dinosauri in un centro avveniristico in mezzo alle Alpi (!) per studiarne il dna e, a suo dire, debellare le malattie. Ma una nuova minaccia incombe: sono locuste giganti che minano il futuro del nostro ecosistema.

Nel nuovo "Jurassic World" Colin Trevorrow parte con un banale prologo-reportage giornalistico che riassume il contesto in cui calerà la sua storia, per poi procedere alla presentazione dei personaggi impegnati nel nuovo, e si spera ultimo, capitolo di un franchise ormai asfittico e privo di idee, tanto più in questo “Dominio” che dovrebbe rendere omaggio alla spettacolare creatura ideata da Spielberg nel 1993. Ecco allora la big reunion del cast di allora, con gli scienziati Laura Dern, Sam Neil e Jeff Goldblum mescolati ai protagonisti della nuova saga, la coppia Chris Pratt e Bryce Dallas Howard alle prese con una figlia “adottiva” adolescente che custodisce nel dna il segreto dei dinosauri fatti rivivere dal nonno John Hammond. Tutti catapultati in una sceneggiatura confusa e noiosa, poco plausibile nei nessi e prevedibile persino negli sprazzi di ironia, manichea nelle divisioni tra buoni e cattivi (i cattivi sono tutti bianchi) e costantemente proiettata a salvare i nostri eroi da fauci “giurassiche”. Il film aggiunge ben poco a quanto già detto e ripetuto nel passato, che si tratti della legge del caos, della necessaria convivenza tra specie, del pericoloso intervento umano sulla natura e persino sui dilemmi della clonazione.

“Il Dominio” resta così un lungo riassunto di due ore e mezzo povero di emozioni, con personaggi bidimensionali in balia di creature che ormai non sorprendono più, appesantito da esigenze di fan service che sacrificano ogni spunto sull’altare di un rassicurante già visto: le sequenze action a Malta già viste con Bond in moto sui tetti di Instanbul in “Skyfall”, i corridoi oscuri e minacciosi di “Alien”, la foresta letale di “Predator”, gli omaggi a Indiana Jones e Han Solo sparpagliati qua e là e Bryce Dallas Howard che emerge dalla palude come Martin Sheen  dal fiume di “Apocalypse Now”. Non mancano i momenti più iconici di Jurassic Park del ‘93, con la gigantesca bocca aperta del T-Rex – ora Gigantosauro – che si staglia tra i finestrini delle auto capovolte, mentre i nostri eroi si concedono piccoli siparietti romantici che riaggiustano in modo rassicurante gli screzi del passato. E per non farci mancare niente, il “centro” dello scienziato pazzo in mezzo alle montagne innevate delle Alpi, abbandonato in fretta e furia da tutti, finisce per restare l’ennesimo parco a tema, a futura memoria che con la genetica non si scherza. Amen. 

Ultimo aggiornamento: 15:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA