Chiara Pavan
CHIARA LETTERA di
Chiara Pavan

Dune, la potenza della visione
che "raffredda" l'emozione

Venerdì 1 Marzo 2024 di Chiara Pavan
Un momento di Dune parte seconda da poco in sala

Valanghe di sabbia, deserto sterminato che vibra al passare del vento, possenti vermi che si nascondono sotto le dune, visioni del futuro che non predicono niente di buono, intrighi di palazzo più o meno comprensibili, desiderio di vendetta contro un potere feroce. Come in “Dune” parte prima, anche dalle quasi tre ore della “parte 2” si esce un tantino rintronati, non soltanto dalle musiche di Hans Zimmer, ma anche dalla potentissima visione di Denis Villeneuve, sempre così spettacolare, sontuosa, gigantesca, a tratti epica, da garantire un'esperienza immersiva nel mondo di Frank Herbert.

IL PERCORSO

Come in tutte le saghe che si rispettino, “Dune” è la storia di un ragazzo, Paul Atreides (Chalamet), costretto a diventare l'eletto, il prescelto, il Messia destinato dalle profezie a liberare un popolo ai suoi rapaci dominatori, interessati soltanto a saccheggiare le risorse del pianeta. Ma il ragazzo, e questa è la parte più interessante, vorrebbe sfuggire al suo oscuro destino perché le visioni che lo perseguitano lo vedono trasformarsi nel peggior assassino della storia dell'umanità. Villeneuve, in fondo, racconta il classico viaggio dell'eroe, presentato con un immaginario fra il cristologico e il fondamentalista, al centro anche dei romanzoni di Frank Herbert. E il film diventa la parabola di Paul, da signor nessuno a capopopolo controvoglia, pieno di dubbi come un Amleto che si muove sul mondo danzando passi leggeri sulla sabbia per non farsi sentire dai nemici (vermoni) sotterranei. Poi, però, consigliato da “mentori” che lo spingono a trovare la strada - dalla madre strega (Rebecca Ferguson) alla sorella-feto che gli parla dal futuro, dall’invasato leader dei Freman (Javier Bardem) che brama un messia all'amico condottiero Josh Brolin - è costretto ad accettare un ruolo che non vorrebbe, rinunciando così all’amata guerriera Chani (una Zendaya perennemente imbronciata), donna pratica e determinata che considera religioni e profezie mezzi di sottomissione dei popoli.

LO SGUARDO

Villeneuve procede per accumulo, travolgendo lo spettatore di visioni “tattili” e consistenti che riflettono le architetture, il metallo, le superfici opache o scintillanti delle astronavi, le arene accecanti in cui si combatte, gli interni geometrici in cui si muovono re, sicari e principesse dai copricapo luminosi (con il piccolo cameo del Memoriale Brion di Altivole sotto la pioggia), e donne velate che complottano peggio di Lady Macbeth. E poi il mondo che si stende ai piedi dei protagonisti, in mezzo a totali mozzafiato, scene di massa governate al millimetro, tempeste di sabbia di sembrano maledizioni cadute dal cielo, vermoni da cavalcare nel deserto, corpi che lievitano, mastodontiche macchine che “succhiano” via ogni linfa vitale, armi futuristiche, scontri corpo a corpo, contrasti cromatici. E poi ripetuti ralenty sull'eletto, con capelli e mantello al vento sopra la duna illuminata al tramonto. Non c'è un singolo elemento visivo lasciato al caso. Eppure, in tutto questo splendore che riempie gli occhi, puro cinema da godersi in sala, il film fatica a trasformare la narrazione in un racconto fluido, armonico e realmente emozionante, troppo attento alla visione da rinunciare a problematizzare davvero i temi (il pericolo dei fondamentalismi e del potere religioso, il colonialismo, le finte libertà), per restare sostanzialmente un film guerra e di preparazione alla guerra. Sontuosamente spettacolare. 

 

DUNE - Parte 2

regia di Denis Villeneuve

Con: Timothée Chalamet, Zendaya, Rebecca Ferguson, Josh Brolin, Charlotte Rampling

FANTASCIENZA    voto 7/8

Ultimo aggiornamento: 17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA