AGORDO - Il Parco dichiara "guerra" agli incidenti tra veicoli e animali selvatici. E lo fa in una delle zone maggiormente colpite dal fenomeno in provincia di Belluno: lungo la strada regionale 203 che da Sedico porta ad Agordo.
La conferma arriva dal personale del Coordinamento territoriale per l'ambiente del Corpo forestale dello Stato: il Parco dispone infatti della mappatura completa degli investimenti che hanno coinvolto la fauna selvatica all'interno del perimetro dell'area protetta dal 1999 ad oggi. I casi di investimenti di selvatici ad opera di autoveicoli, con conseguente rischio per le vite umane, costa parecchio denaro alla collettività per il danno al patrimonio faunistico, ai privati coinvolti e in termini di ore di intervento delle Forze dell'ordine.
Come controffensiva il Parco ha elaborato e presentato alla Regione un progetto per ridurre il rischio di incidenti stradali ancora numerosi nonostante i tentativi di risoluzione in atto.
Il programma prevede la realizzazione di un sistema elettronico che rileva la presenza della fauna selvatica in prossimità della carreggiata con i sensori collegati a una serie di cartelli stradali luminosi; un sistema che si affianca ai segnali stradali tradizionali spesso sottovalutati. Dissuasori ottici riflettenti saranno poi collocati lungo tutto il tratto della regionale 203 Agordina all'interno del Parco: essi hanno il compito di deviare la luce dei fari delle automobili in transito, riflettendola lateralmente, in modo da "spaventare" gli animali eventualmente in procinto di attraversare la strada e inducendoli quindi a ritornare sui loro passi. È prevista infine la posa di siepi e recinzioni anche per spingere gli animali verso i sensori di rilevazione elettronica.
Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 15:45
© RIPRODUZIONE RISERVATA La conferma arriva dal personale del Coordinamento territoriale per l'ambiente del Corpo forestale dello Stato: il Parco dispone infatti della mappatura completa degli investimenti che hanno coinvolto la fauna selvatica all'interno del perimetro dell'area protetta dal 1999 ad oggi. I casi di investimenti di selvatici ad opera di autoveicoli, con conseguente rischio per le vite umane, costa parecchio denaro alla collettività per il danno al patrimonio faunistico, ai privati coinvolti e in termini di ore di intervento delle Forze dell'ordine.
Come controffensiva il Parco ha elaborato e presentato alla Regione un progetto per ridurre il rischio di incidenti stradali ancora numerosi nonostante i tentativi di risoluzione in atto.
Il programma prevede la realizzazione di un sistema elettronico che rileva la presenza della fauna selvatica in prossimità della carreggiata con i sensori collegati a una serie di cartelli stradali luminosi; un sistema che si affianca ai segnali stradali tradizionali spesso sottovalutati. Dissuasori ottici riflettenti saranno poi collocati lungo tutto il tratto della regionale 203 Agordina all'interno del Parco: essi hanno il compito di deviare la luce dei fari delle automobili in transito, riflettendola lateralmente, in modo da "spaventare" gli animali eventualmente in procinto di attraversare la strada e inducendoli quindi a ritornare sui loro passi. È prevista infine la posa di siepi e recinzioni anche per spingere gli animali verso i sensori di rilevazione elettronica.
