IL CONFLITTO

Houthi: «Usa e Gb hanno militarizzato il Mar Rosso. L'Italia può essere un nostro obiettivo»

Le ultime notizie in diretta sul conflitto in Medio Oriente

Sabato 9 Marzo 2024

Biden: Netanyahu sta facendo male a Israele

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu «sta facendo più male che bene a Israele» attraverso la sua condotta della guerra a Gaza.

Lo ha detto Joe Biden in una intervista a Msnbc. «Ha il diritto di difendere Israele, il diritto di continuare ad attaccare Hamas. Ma deve, deve, deve prestare maggiore attenzione alle vite innocenti perse a causa delle azioni intraprese», ha ammonito. «Secondo me sta facendo più male che bene a Israele», ha aggiunto

Houthi: se Italia ci intralcia unica scelta è attaccarla

«È un peccato che l'Italia abbia abbattuto un nostro drone. Noi ci comporteremo di conseguenza. Non attacchiamo l'Italia in quanto tale ma se intralcia la nostra azione non ci lasciano altra scelta». Lo dice all'ANSA Zayd al-Gharsi, direttore del dipartimento dei media della presidenza della Repubblica (Houthi) di Sanaa. «L'Italia è per noi un Paese amico» e «noi non abbiamo fatto la guerra all'Italia né agli altri Paesi europei. La nostra lotta è per la difesa dei palestinesi», dice al-Gharsi aggiungendo che «i nostri droni e le nostre armi sono puntate su Israele e su chi difende Israele di fronte alle nostre coste».

L'Italia è o sarà un obiettivo delle operazioni militari degli Houthi? «Vediamo gli sviluppi e poi decideremo»

L'Italia è o sarà un obiettivo delle operazioni militari degli Houthi? «Vediamo gli sviluppi e poi decideremo». Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos il vice capo dell'Autorità per i media degli Ansar Allah ( Houthi) e presidente del consiglio di amministrazione dell'agenzia di stampa Saba, Nasr al-Din Amer, rispondendo alla domanda se il fatto che l'Italia abbia il comando operativo della missione difensiva europea Aspides la renda un bersaglio per i miliziani dello Yemen. Amer mette in guardia dal ripetere un'operazione analoga a quella con cui nei giorni scorsi la 'Caio Duiliò ha abbattuto un drone lanciato dagli Houthi. «Se l'Italia fermasse di nuovo un nostro attacco significherebbe un suo maggiore coinvolgimento nella guerra contro di noi», precisa.

Houthi: «Inaccettabile che l'Italia abbia fermato il nostro attacco»

«Non sarebbe dovuto accadere». È quanto afferma in un'intervista all'Adnkronos il vice capo dell'Autorità per i media degli Ansar Allah (Houthi) e presidente del consiglio di amministrazione dell'agenzia di stampa Saba, Nasr al-Din Amer, commentando l'operazione condotta nei giorni scorsi dal cacciatorpediniere 'Caio Duiliò che ha abbattuto un drone nello Stretto di Bab al-Mandab. Il drone, aveva spiegato il ministero della Difesa, si trovava a circa sei chilometri dalla nave italiana, in volo verso di essa. «Non abbiamo deciso di prendere di mira le navi dell'Italia, ma il fatto che abbia fermato la nostra operazione è inaccettabile», spiega Amer, uno dei 'volti mediaticì degli Houthi - gruppo sciita zaydita che controlla ampie zone dello Yemen tra cui la capitale Sanàa - secondo cui «mettersi a protezione delle navi israeliane e americane» espone l'Italia a rischi e, in particolare, «minaccia la sicurezza delle sue navi in ​​futuro».

Biden: "Difficile cessate il fuoco prima del Ramadan"

Joe Biden ritiene «difficile» ottenere un cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza prima del Ramadan, all'inizio della prossima settimana. «Sembra difficile», ha detto ai reporter che gli chiedevano se fosse possibile concludere un accordo prima del mese del digiuno musulmano. Biden si è detto inoltre «molto» preoccupato per le violenze che potrebbero scoppiare a Gerusalemme Est, territorio palestinese annesso e occupato da Israele, durante il Ramadan.

Houthi attaccano cacciatorpedinieri Usa con 37 droni

Gli Houthi yemeniti hanno preso di mira «un certo numero di cacciatorpedinieri statunitensi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden con 37 droni»: lo ha detto oggi il portavoce militare del gruppo sostenuto dall'Iran, Yahya Sarea, al canale tv Al-Masirah di proprietà degli Houthi.

Da parte sua, il Comando Usa per il Medio Oriente (Centcom) ha affermato che nella notte le forze statunitensi e alleate hanno abbattuto 15 droni Houthi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. Centcom ha definito l'attacco «su larga scala» una minaccia per le navi mercantili, la Marina americana e le navi della coalizione nella regione.

Tregua o non tregua nel conflitto a Gaza e nella regione, oltre 350 milioni di musulmani nel solo Medio Oriente si preparano a celebrare il Ramadan, il mese del digiuno diurno, ma anche il mese dei bagordi e dei ritrovi conviviali notturni.

Ramadan comincerà tra sabato e domenica, a seconda delle scuole religiose sunnite e sciite. Il digiuno durante Ramadan è uno dei cinque precetti fondamentali per l'Islam: nelle ore diurne i fedeli musulmani si devono astenere dal mangiare e dal bere. Il digiuno viene rotto (iftar) ogni giorno al tramonto del sole, solitamente riunendosi con familiari e amici. Poco prima dell'alba ci si deve svegliare, fare colazione e pregare. Quindi inizia la giornata di astinenza dal cibo, dall'acqua ma - in teoria - dal fumo di sigaretta e dai rapporti sessuali.

«Passerò il Ramadan col cellulare in mano a seguire le notizie provenienti da Gaza mentre dal divano mi godo le ultime serie tv», afferma Safwan, impiegato pubblico a Beirut, nel Libano in prima linea nel quotidiano e sanguinoso scambio di fuoco tra Hezbollah e Israele. Le piattaforme streaming e le produzioni inter-arabe di fiction lavorano ogni anno per offrire durante il mese di Ramadan una variegata offerta di intrattenimento seriale. Quest'anno il pubblico si dividerà tra le fiction a sfondo storico, che riecheggiano il tema del conflitto armato e delle lotte di potere, con altre "musalsalat" (serie tv in arabo) solo in apparenza più leggere, che trattano di temi sociali e ambientate in ambiti familiari.

Ma Ramadan non è soltanto intrattenimento. «Questo Ramadan sarà per me un mese di vera purificazione ed espiazione», afferma Suha, palestinese originaria di Nablus, in Cisgiordania. «Dopo aver passato tre mesi solo e soltanto a seguire le terrificanti notizie da Gaza, ho deciso di investire il tempo nella preghiera e nel gestire la raccolta di aiuti per i bambini della Striscia rimasti orfani. Durante Ramadan mi dedicherò completamente a questo», aggiunge Suha, emigrata in Italia. Hussein, giovane studente di studi religiosi a Baghdad, afferma quest'anno di essere «più motivato di altri anni nell'interpretare il Ramadan come un'occasione per ritrovare la pace interna, soprattutto dopo tutti questi mesi di traumi collettivi e sofferenze per quello che succede a Gaza, in Iraq e in tutta la regione».

A Damasco, in Siria, altra capitale mediorientale colpita ripetutamente dai raid israeliani su postazioni di gruppi armati filo-iraniani, Maha si chiede se «sarà l'ultimo Ramadan che passerò con la mia famiglia». La giovane studentessa di economia in un Paese da 13 anni in guerra e alle prese con una profonda crisi economica acuita dalle sanziono occidentali, ha infatti fatto richiesta per migrare in Canada. E aspetta con ansia di poter «fuggire via», perché «qui non c'è nessuna prospettiva... chissà come sarà l'anno prossimo passare il Ramadan al freddo e in mezzo alla neve del Canada», si chiede.

Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 11:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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