«La vita è un viaggio, c’è chi parte e c’è chi ritorna, ma le persone veramente importanti saranno sempre al tuo fianco». La frase pronunciata da Don Marcello (Neri Marcorè) a Tiberio (Alvise Marascalchi) nel film “Le mie ragazze di carta” di Luca Lucini potrebbe racchiudere l’essenza della pellicola che ieri ha aperto la rassegna di proiezioni “In Abbazia, cinema!” promossa annualmente dal Cinema Teatro Busan con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale. L’attesa pellicola, girata fra Mogliano e Treviso, ha visto un vero e proprio sold-out: oltre 148 biglietti venduti in una sera e si prospetta a riscuotere ancora grande successo. «Non vedevamo l’ora di vedere il film – commentano alcuni residenti al termine, - siamo contenti di aver visto Mogliano e molto bravi i ragazzi». Un film che analizza una tradizione veneta più consumata e la scoperta di sè stessi, di quei desideri più libertini e nascosti, attraverso il Porno e l’amore a senso unico per una star del hard, che nella sfera adolescenziale può avere un suo significato. Nel passaggio dalla pubertà alla preadolescenza contraddistinta da diversi tormenti, si inseriscono anche i rapporti familiari, che richiamano quel conservatorismo tipico di quegli anni, la pellicola è ambientata alla fine degli anni ’70, ma che non mancano di stupire per l’evoluzione che vanno incontro nel tempo gli stessi membri della famiglia. Il regista inserisce anche temi più attuali come quello del cambiamento del sesso e dell’omotransfobia attraverso il personaggio di Claudio (Cristiano Caccamo) e il suo rapprto con Primo (Andrea Pennacchi). «Molto bella l’interpretazione di Primo, il padre del protagonista – dice un’altro residente – ciò che mi ha colpito è l’addolcimento di quest’uomo tutto d’un pezzo e in parte bigotto grazie all’amicizia con questo giovane transessuale». Importante il ruolo dello sport e dell’insegnamento da parte di Don Marcello, che accompagna i giovani nel loro periodo di transizione, fatto di dubbi, incertezze e angosce, in una parola: adolescenza. Don Marcello non è solo il parroco della città, ma è un maestro, dunque, prima ancora che prete; «vogliamo prenderci cura di quella che è l’umanità dei ragazzi fatta di tempo libero, di sport e di vari interessi, tanto più oggi – ci tiene a sottolineare Don Samuele Facci che insieme a Don Elio Girotto, mette a disposizione ogni anno il chiostro dell’Abbazia di Mogliano per la proiezione di spettacoli all’aperto, – a questo proposito, vorrei riprendere un’espressione di Paolo VI: dovremmo essere esperti di umanità». Presente alla prima del film anche il sindaco Davide Bortolato entusiasta di aver visto Mogliano proiettata sul grande schermo e felice di aver salutato al termine i concittadini e i due giovani attori protagonisti ospiti della serata: Alvise Marascalchi (che nel film interpreta Tiberio) e Christian Mancin (Giacomo, l’amico di Tiberio) che hanno raccontato le loro esperienze sul set, il loro rapporto con la troupe e fatto sorridere il pubblico svelando un po' del “dietro le quinte”.
Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 10:28
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