Aperte le paratoie mobili del bacino:
«Vicentino e Padovano in sicurezza»

Lunedì 18 Gennaio 2016 di Luca Pozza
Il bacino di Caldogno
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CALDOGNO - Province di Vicenza e Padova da oggi dovrebbero essere "salve" in caso di piogge abbondanti e fiumi in piena. Oggi nel bacino di laminazione di Caldogno (Vicenza), dove si trova la maggiore opera cantierata dalla Regione per fronteggiare l’emergenza-alluvione in Veneto, con un investimento di 41 milioni di euro, sono state inaugurate le paratoie mobili in corrispondenza del manufatto d’ingresso, dove si trova il bacino a monte.
Alla cerimonia sono intervenuti tra gli altri, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e i presidenti delle Province di Vicenza e Padova, Achille Variati ed Enoch Soranzo, oltre a numerosi sindaci vicentini e padovani i cui comuni sono finiti sott'acqua nel novembre 2010. A fare gli onori di casa Marcello Vezzaro, sindaco di Caldogno, uno dei paesi più colpiti dove nell'alluvione di sei anni fa, dove si registrò anche un decesso.
 


Per settembre 2016 è prevista la conclusione dei lavori di realizzazione anche del bacino di valle. L’invaso è stato realizzato su una superficie di 105 ettari (corrispondenti a 150 campi da calcio) ed ha un volume massimo invasabile di 3 milioni 800 mila metri cubi d’acqua.

«Con l'inaugurazione di quest'opera - ha spiegato Luca Zaia - possiamo dire con certezza che le province di Vicenza e Padova sono più sicure. D'altronde la sicurezza idraulica rappresenta una priorità per la Regione: in questi cinque anni abbiamo realizzato 714 opere, grandi e piccole, a tutela dal dissesto idrogeologico del Veneto per 866 milioni di euro. Siamo pronti a cantierare altri 933 milioni di euro, quasi un miliardo di altre opere per mettere in sicurezza il nostro territorio».

«Oggi a  Caldogno - ha concluso Zaia - siamo a confermare anche l’ampliamento di Montebello, le opere a Viale Diaz a tutela di Vicenza, i bacini di Colombaretta a Monteforte d’Alpone, a Muson dei Sassi, a Prà dei Gai e poi tutte le altre opere che arriveranno. Noi le sfide le abbiamo colte, nonostante io abbia ereditato una regione nella quale da 80 anni non si facevano più grandi opere a tutela dal dissesto idrogeologico».

 
 

Ultimo aggiornamento: 16:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA