Maria Falcone in città incontra
gli studenti, dura sul figlio di Riina

Mercoledì 20 Aprile 2016 di Paola Gonzo
Maria Falcone

BASSANO - "Gli uomini passano, le idee restano. Ciascuno faccia la sua parte". È questo il testamento di Giovanni Falcone che la sorella Maria ha raccolto appieno su di sé e mette in pratica quotidianamente viaggiando da un punto all'altro dell'Italia per parlare con le nuove generazioni di mafia, giustizia e legalità. In questi giorni tocca a Bassano ospitare la sorella del magistrato siciliano ucciso nella tristemente nota strage di Capaci il 23 maggio 1992; due giorni in cui la Falcone - ex insegnante di diritto ed economia - incontrerà soprattutto gli studenti bassanesi all'interno del progetto "Neghiamole il consenso" che già l'anno scorso aveva visto ospite Rita Borsellino al palazzetto dello sport.
 


«Mio fratello - esordisce Maria Falcone incontrando i giornalisti - diceva sempre che la mafia è un fenomeno culturale e che per sconfiggerla andrebbero tagliati i rapporti tra di essa e la società civile. In pratica - sintetizza - va creata una società diversa che permetta di effettuare un vero e proprio salto generazionale per sconfiggere il fenomeno criminoso».

L'arrivo di Maria

Mafia che, specifica la Falcone, non è limitata al Sud Italia ma mette radici e prolifera anche e soprattutto al Nord. «Cosa Nostra - spiega - è sicuramente molto indebolita rispetto al passato, ma è pronta a riorganizzarsi. Per questo è necessario ricordare e conservare la memoria di quanto accaduto perché, al contrario di quello che disse Antonino Caponnetto al funerale di Paolo Borsellino, non è affatto finito tutto. I ragazzi di oggi devono avere le idee chiare per poter fare ciascuno la propria parte, e questo è possibile anche grazie al prezioso aiuto di molti insegnanti che si spendono quotidianamente per questa missione».

E non manca un acceso commento all'intervista al figlio di Salvatore "Totò" Riina trasmessa qualche settimana fa nel corso del programma "Porta a Porta". «Ciò che ha scatenato in me maggior rabbia - specifica la Falcone - è che il figlio di Riina avrebbe dovuto essere intervistato da un giornalista capace di metterlo al tappeto. Avevamo forse bisogno di sentirci dire che il boss mafioso accarezzava la testa del figlio mentre alla televisione scorrevano le immagini della strage di Capaci? Io non credo. Se non altro - conclude - l'opinione pubblica ha reagito in maniera forte, dimostrando positivamente come sia maturata la società civile italiana in questi quasi venticinque anni».

Stamattina Maria Falcone sarà alla scuola di Valrovina per piantare un albero della memoria in ricordo delle vittime della mafia, per spostarsi poi in sala Da Ponte dove incontrerà gli studenti di terza media delle scuole bassanesi.

Ultimo aggiornamento: 12:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA