Ciclopista, continua braccio di ferro: oltre 7400 firme e spunta un ricorso

Martedì 22 Novembre 2016 di Roberto Lazzarato
Valbrenta. Luca Ferazzoli

VALBRENTA. La nuova ciclopista e l’antico sentiero del Brenta continuano a far discutere. Anche l’incontro promosso a Pove dal comitato ‘Salviamo il sentiero del Brenta’ ha evidenziato posizioni contrapposte e difficilmente conciliabili, visti i tempi stretti per gli appalti imposti dal finanziamento della Regione. Però la notizia di un ricorso, trapelata nei giorni scorsi, potrebbe rimettere tutto in gioco. Forse. Da una parte, come ha annunciato Elisabetta Foresta, portavoce del comitato, sentiti anche i pareri dei tecnici intervenuti nell’incontro, con il sostegno di oltre 7400 firme raccolte, si punta ad un progetto alternativo prevedendo di spostare la ciclovia più a monte, salvaguardando l’antico sentiero, mettendo in sicurezza con due diversi percorsi pedoni e ciclisti. «La prossima mossa - ha ribadito la Foresta - è quella di superare l’impasse contattando direttamente la Regione». E’ anche stata programmata «per il 4 dicembre una camminata lungo l’anello del Brenta per vedere il patrimonio naturalistico che potremmo perdere».
 

 

Dall’altra, documenti alla mano, però, il presidente dell’Unione Montana Valbrenta, Luca Ferazzoli, spiega l’iter che ha portato alle conclusioni attuali. «Uno degli obiettivi primari della Comunità Montana è stato per anni il completamento della ciclovia - afferma Ferazzoli. - I comuni della Valbrenta nel 2009 hanno approvato il Pati (Piano di assetto territoriale intercomunale), alla cui formazione hanno partecipato pubbliche amministrazioni, associazioni, privati cittadini, nel quale è stata individuata la collocazione della ciclopista del Brenta. Dunque è assolutamente falso affermare che le amministrazioni hanno deciso contro la popolazione. Tutte le parti sociali hanno contribuito a stabilire dove dovesse passare la ciclovia».

Per quanto riguarda l’accesso su Bassano del Grappa, «due sono state le soluzioni individuate. Una in destra e l’altra in sinistra Brenta, lungo la strada comunale ora meglio definita sentiero del Brenta. Nel corso del mandato 2009-2014 il comune di Bassano ha approvato il progetto Aquas, adibendo il tratto a sentiero e di fatto escludendo la possibilità che la ciclopista potesse proseguire in destra Brenta lungo il fiume». Quando la Regione del Veneto ha approvato un bando per il finanziamento di ciclopiste finalizzate «alla promozione della mobilità sostenibile in aree di pregio ambientale e culturale, in un’ottica di miglioramento dell’offerta turistica», il cui requisito fondamentale era «la conformità delle opere progettate con gli strumenti urbanistici vigenti», all’Unione Montana si è quindi presentata la possibilità di vedere finanziata l’opera che il territorio richiedeva. «Il nostro progetto è stato discusso con i sindaci di Bassano, Tezze, Nove, Pozzoleone e Cartigliano ed approvato in una progettazione più ampia da parte della stessa Intesa. Dunque da tutte le categorie economiche del bassanese, dai sindacati, dalle pubbliche amministrazioni».

Nel frattempo la settimana scorsa è stato notificato un ricorso da parte del comune di Verona che «richiede l’annullamento del bando contestando alla Regione Veneto l’illegittimità del passaggio da bando alla regia ed anche su questo bisognerà ragionare».

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