Davanti alla crescita esponenziale di femminicidi efferati e inspiegabili tra coniugi o a ragazzi che si accaniscono sulle ex fidanzate uccidendole perchè non accettano di essere lasciati, Papa Francesco all'udienza generale traccia le basi per una nuova educazione sentimentale, partendo dal secondo vizio capitale, la lussuria, «il secondo “demone” che sta sempre accovacciato alla porta del cuore».
Femminicidi, l'opinione di Ernesto Menicucci: ora noi uomini diciamo basta
Come fare? Insegnare innanzitutto a rispettare le fasi e le radici dell'esperienza dell’innamoramento. Il Papa va subito al dunque: «Perché questo mistero accada, e perché sia un’esperienza così sconvolgente nella vita delle persone, nessuno di noi lo sa: è una delle realtà più sorprendenti dell’esistenza (…) Se non viene inquinato dal vizio, l’innamoramento è uno dei sentimenti più puri. Una persona innamorata diventa generosa, gode nel fare regali, scrive lettere e poesie. Smette di pensare a sé stessa per essere completamente proiettata verso l’altro. E se chiedete a un innamorato per quale motivo ami, non troverà una risposta: per tanti versi il suo è un amore incondizionato, senza nessuna ragione. Pazienza se quell’amore, tanto potente, è anche un po’ ingenuo: l’innamorato non conosce veramente il volto dell’altro, tende a idealizzarlo, è pronto a pronunciare promesse di cui non coglie subito il peso».
A deturpare l'amore con la A maiuscola è la deriva della lussuria. «Anzitutto - continua Papa Francesco - perché devasta le relazioni tra le persone. Per documentare una realtà del genere è sufficiente purtroppo la cronaca di tutti giorni. Quante relazioni iniziate nel migliore dei modi si sono poi mutate in relazioni tossiche, di possesso dell’altro, prive di rispetto e del senso del limite? Sono amori in cui è mancata la castità: virtù che non va confusa con l’astinenza sessuale, bensì con la volontà di non possedere mai l’altro. Amare è rispettare l’altro, ricercare la sua felicità, coltivare empatia per i suoi sentimenti, disporsi nella conoscenza di un corpo, di una psicologia e di un’anima che non sono i nostri, e che devono essere contemplati per la bellezza di cui sono portatori».
Non solo la lussuria, «depreda, rapina, consuma in tutta fretta, non vuole ascoltare l’altro ma solo il proprio bisogno e il proprio piacere; la lussuria giudica una noia ogni corteggiamento, non cerca quella sintesi tra ragione, pulsione e sentimento che ci aiuterebbe a condurre l’esistenza con saggezza. Il lussurioso cerca solo scorciatoie: non capisce che la strada dell’amore va percorsa con lentezza, e questa pazienza, lungi dall’essere sinonimo di noia, permette di rendere felici i nostri rapporti amorosi».
Vincere la battaglia contro la lussuria, significa, conclude Papa Francesco, evitare la «cosificazione» dell’altro. «Quella bellezza che ci fa credere che costruire una storia insieme è meglio che andare a caccia di avventure, coltivare tenerezza è meglio che piegarsi al demone del possesso, servire è meglio che conquistare. Perché se non c’è l’amore, la vita è triste solitudine».
Michela Andreozzi: «L'amore può essere una cosa semplice ma bisogna dargli fiducia»