Amelia, caso Barbara Corvi. Nel tredicesimo anniversario della scomparsa, una lettera per non dimenticare

Giovedì 27 Ottobre 2022 di Francesca Tomassini
Amelia, caso Barbara Corvi. Nel tredicesimo anniversario della scomparsa, una lettera per non dimenticare

Un'altra lettera per Barbara Corvi, la trentasettenne amerina scomparsa nel nulla il 27 ottobre 2009.

Questa volta, a scriverla sono Libera Terni e Presidio Angela Constantino. Un messaggio di vicinanza alla sua famiglia, che invita all'impegno, alla tenacia e a non abbandonare la speranza che un giorno possa essere fatta piena luce su un caso avvolto da troppi misteri. 

Un'iniziativa lanciata dall'Osservatorio regionale sulle Infiltrazioni e l’illegalità della regione Umbria, che nel giugno scorso aveva scritto anche la prima missiva.

​«Il progetto "lettere per Barbara Corvi" - spiegano dall'Osservatorio - prevede la pubblicazione mensile, ogni 27 del mese di una lettera scritta da persone appartenenti alla società civile impegnate nella ricerca della verità e nel costruire memoria e pubblicata sulle testate giornalistiche umbre e calabresi. In tal senso, l’obiettivo generale della proposta è rendere la memoria di Barbara Corvi una prassi condivisa coinvolgendo persone e associazioni nel territorio umbro e non solo. Si intende così favorire la consapevolezza pubblica e la conoscenza sulla storia di Barbara Corvi affiancando la famiglia Corvi, le associazioni e la società civile rivolgendo insistentemente la domanda “dov’è barbara?”».

Un caso quello di Barbara su cui gli investigatori continuano a lavorare. Proprio lo scorso 7 luglio 2022, il il gip, Barbara Di Giovannantonio, aveva accolto la richiesta avanzata dalla Procura di proseguire l'indagine disponendo nuovi accertamenti. In particolare la “ricerca di eventuali tracce ematiche nell'auto in uso all'epoca” da parte di Lo Giudice, “mediante nuove tecniche di rilevamento come il Luminol”. Un risvolto inaspettato perchè era stato lo stesso procuratore Alberto Liguori a chiedere di chiudere il fascicolo. Un'istanza a cui si erano però opposti i familiari di Barbara seguiti dagli avvocati Giulio Vasaturo ed Enza Rando. Da lì la fissazione dell'udienza che si è tenuta il 7 luglio nel corso della quale il procuratore ha revocato la sua richiesta e il gip ha indicato un termine massimo di sei mesi per le nuove indagini. Proprio nei giorni scorsi è stato reso noto che nell'auto di Lo Giudice sono state rinvenute tracce biologiche. Toccherà alle analisi in corso stabilire se ci si trova di fronte a nuove prove che potrebbero influenzare il caso.

Di seguito il testo completo della lettera

«Cara Barbara, oggi è l’anniversario della tua scomparsa, ma dopo 13 anni il tuo ricordo è più vivo che mai. Nessuno di noi di Libera Terni ha avuto il piacere di conoscerti di persona eppure, grazie agli incontri con le tue sorelle, i tuoi genitori, le tue amiche del Comitato di Amelia, in occasione delle tante iniziative a te dedicate, ci sembra di averti sempre conosciuta. Per la nostra associazione il ricordo delle vittime innocenti di mafia è l’occasione per rinnovare l’impegno quotidiano contro la violenza mafiosa, per questo ciascun Presidio territoriale è dedicato ad una di queste vittime. Nell’intitolare il Presidio di Terni a tua cognata, Angela Costantino, abbiamo voluto al tempo stesso salvare dall’ oblio il ricordo di una donna giovane e sfortunata, e mantenere viva l’attenzione sulla tua vicenda, che presenta dei punti di contatto con la sua. In effetti non sappiamo se vi siate mai incontrate, o solo sfiorate, in fondo tra di voi c’erano solo pochi anni di differenza. Quando scomparve nel nulla all’improvviso, in quel giorno del 1994, si parlò di allontanamento volontario, di possibile suicidio, di depressione. Sono passati molti anni da allora, ma ora ci sono delle sentenze che dicono che Angela fu sacrificata in nome di un malinteso senso dell’onore, per aver tradito il marito mentre era in carcere, ed aver tentato di riconquistare la propria libertà. Perché alla violenza di genere che si consuma all’ interno dei rapporti di coppia, di cui purtroppo sono piene le cronache quotidiane, il contesto mafioso aggiunge un carico di pressione, di controllo sociale ed ambientale, che spesso non lascia vie di uscita alle vittime designate. Ed è anche nel tuo nome che sono nati progetti di sostegno alle persone che vogliono sottrarsi ai contesti mafiosi. Da tutto quello che sappiamo di te, eri una donna libera, che voleva vivere pienamente la propria vita, e non ti saresti mai allontanata volontariamente dai tuoi affetti più cari, senza lasciare tracce, senza metterti in contatto con le persone a te più vicine. Per questo anche se è passato tanto tempo dalla tua scomparsa, noi siamo sempre vicini alla tua famiglia, ai tuoi amici, a tutti coloro che negli anni non si sono arresi alle spiegazioni di comodo, e continueremo a chiedere, per tutto il tempo che sarà necessario, verità e giustizia per Barbara».

Ultimo aggiornamento: 13:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA