Terni, la lotta per la vita di Luca, aggredito nel piazzale della sua azienda da un ex collaboratore

Gli investigatori dell'arma cercano il coltello, oggi la convalida dell'arresto di Osiel Mancha Pereira

Lunedì 19 Febbraio 2024 di Nicoletta Gigli
Terni, la lotta per la vita di Luca, aggredito nel piazzale della sua azienda da un ex collaboratore

TERNI - Restano gravissime le condizioni di Luca Bruschini.

L’imprenditore 40enne, colpito alla testa con tre coltellate da un ex collaboratore, è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Terni e la prognosi resta riservatissima

Nella notte tra venerdì e sabato, quando è arrivato al Santa Maria dopo l’agguato che gli ha teso Osiel Mancha Pereira, 47enne di origini cubane, i sanitari l’hanno sottoposto a un delicatissimo intervento chirurgico.

Per i familiari ore infinite passate a sperare in notizie confrortanti.

Gli investigatori dell’arma vanno avanti con le indagini.

 

Continuano a cercare il lungo coltello che Osiel Mancha Pereira ha detto di aver gettato in un punto preciso ma che ancora non si trova.

Il fatto di sangue venerdì sera nel piazzale dell’azienda Ternicolor di via Natta, alla Polymer, che Bruschini gestisce insieme al padre.

L’autore dell’agguato, che si era nascosto dietro un’auto e l’aveva aggredito alle spalle colpendolo per tre volte alla testa con un machete, dopo aver vagato per un’ora si era costituito ai carabinieri che lo stavano cercando.

«Ho accoltellato un uomo, devo rispondere di quello che ho fatto» ha detto all’operatore di turno nella caserma di via Radice.

Nella notte il lungo interrogatorio di fronte al pm, Barbara Mazzullo: «Ho fatto una cosa orribile - ha detto Pereira al magistrato alternando rari momenti di lucidità al delirio. Mi sentivo denigrato, diffamato, insultato e ho perso la testa».

Nel confuso racconto la collaborazione a partita iva con la Ternicolor che ha interrotto il 9 febbraio, convinto che qualcuno dei colleghi lo pedinasse e parlasse male di lui.

Sabato mattina si sono aperte le porte del carcere di Sabbione con l’accusa di tentato omicidio e porto di armi.

Andrea Petrucci, l’avvocato di Pereira, quando è stato chiamato in caserma per l’interrogatorio, stentava a credere che fosse lui l’autore dell’aggressione: «L’ho seguito per la separazione da sua moglie, è sempre stato pacato e rispettoso - ha detto l’avvocato Petrucci. Era molto confuso ma ha ammesso le responsabilità».

La fedina penale pulita, un lavoro regolare, una vita passata a Terni con la cittadinanza italiana.

Nel recente passato di Pereira problemi psicologici che hanno imposto cure psichiatriche che il 47enne avrebbe interrotto a metà dello scorso anno. Questa mattina la convalida dell’arresto di fronte al gip, Chiara Mastracchio.

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