Australia, cyberattacchi in aumento con la pandemia: +13% rispetto al 2019

Mercoledì 15 Settembre 2021
Australia, cyberattacchi in aumento con la pandemia: +13% rispetto al 2019

In Australia durante la pandemia di Covid  stato registrato un significativo incremento del cybercrimine, in particolare a danno dei sistemi sanitari e ospedalieri. Lo rivela l'ultimo rapporto annuale dell'Australian Cyber Security Centre secondo il quale sono state registrate oltre 67.500 denunce nell'anno 2020/21, il 13% più dei 12 mesi precedenti, con perdite riportate dalle vittime di circa 33 miliardi di dollari australiani (20,5 miliardi di euro).

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Sono aumentati del 15% gli attacchi 'ransomware', mentre un quarto degli incidenti di cybersicurezza hanno colpito infrastrutture e servizi essenziali.

Il rapporto osserva che gli hacker «sfruttano la pandemia» con attacchi di 'spear phishing', le truffe tramite email o comunicazioni elettroniche in generale, per procurarsi informazioni personali per fini fraudolenti. Secondo l'Australian Cyber Security Centre è probabile che vi fossero cybercriminali dietro la recente ondata di attacchi che hanno chiesto un riscatto a ospedali e reti di sanità pubblica per recuperare i propri dati.

Fra questi un attacco lo scorso marzo a un ospedale pubblico di Melbourne, che ha causato il rinvio di interventi chirurgici e «ha messo in luce la vulnerabilità delle strutture sanitarie». «Gli attacchi ransomware rimangono la minaccia più grave del cybercrimine dato il e impatti dirompenti, oltre che finanziari». Attacchi anche alla mega industria di lavorazione della carne JBS Foods, che ha pagato un riscatto di 14,2 milioni di dollari (8,8 milioni di euro), e al gruppo dei media Nine Entertainemnt. .

Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 11:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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