PARIGI - Invictus II, la rivincita. Stasera alle 21 a Parigi va in scena Sudafrica-Nuova Zelanda, finale della 10ª Coppa del mondo, e la mente corre indietro di 28 anni.
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Quella partita ha superato i confini dello sport. È diventata una pagina di storia, emblema della pacificazione fra neri e bianchi dopo la fine dell’apartheid. Con Mandela a consegnare la coppa indossando la maglia degli Springboks, la nazionale dei bianchi. A Parigi Mandela non c’è. La convivenza fra neri e bianchi, pur fra forti tensioni, ora è un dato di fatto. Lo si vede anche dal numero di giocatori di colore in campo per il Sudafrica rispetto al 1995 (solo Chester Williams). Lo scontro stasera è puramente sportivo, ma sempre di grande fascino. La rivalità fra Sudafrica e Nuova Zelanda è la più potente. Dura da 102 anni: 105 match, 62 vittorie All Blacks, 39 Springboks, 4 pari. E quello di oggi è uno spareggio fra le uniche nazionali con tre titoli iridati. Da una parte c’è la brutale fisicità del Sudafrica, sceglie ancora la panchina con sette avanti e un trequarti per demolire l’avversario, infilzandolo poi con i calci di Pollard (torna titolare) o le corse di Kolbe e Arendse. Dall’altra la capacità di costruire gioco e trasformare in pericolo ogni palla di recupero della Nuova Zelanda, guidata dai fratelli Barrett (Beauden, Jordie, Scott, tre in finale mai successo) e da Sam Whitelock in panchina, se vince diventa il primo giocatore a conquistare quattro Mondiali.
INGHILTERRA TERZA
È una partita senza pronostico. Entrambe sono arrivate fin qui perdendo una volta nel girone, trovando la miglior forma strada facendo, battendo nei quarti la numero 1 e 2 del ranking (Irlanda, Francia) che speravano di riportare il titolo in Europa dopo 20 anni. Invece per la nona volta su 10 i campioni del mondo saranno dell’emisfero Sud. E poi parliamo di rugby sport globale. Intanto, per il terzo posto Inghilterra-Argentina 26-23. Partita combattuta ed equilibrata, Nicolas Sanchez ha sbagliato a tre minuti dalla fine il calcio agevole che poteva portare la sfida ai supplementari.