Capitan Moscardi e il Mondiale di rugby: «In semifinale dovevano esserci le Figi. Arbitri che delusione. Batoste azzurre problema strutturale, non di citì»

Venerdì 20 Ottobre 2023 di Ivan Malfatto
Una fase di gioco di Inghilterra-Figi, quarto di finale

PARIGI- Alla Coppa del mondo di rugby scocca l’ora delle semifinali. A Parigi stasera alle 21 Nuova Zelanda-Argentina e domani Sudafrica-Inghilterra decideranno chi si giocherà il titolo il 28 ottobre. Solo per i Pumas sarebbe la prima volta. Alessandro Moscardi fa le carte alle due sfide e al Mondiale, compreso quello deludente dell’Italia.

Ex capitano azzurro, 54 anni, architetto e dirigente di McDonald’s, è commentatore tecnico per SkySport al Mondiale, di solito in coppia con Moreno Molla.

Chi va in finale?
«Non mi aspetto sorprese, Nuova Zelanda e Sudafrica sono a un livello diverso da Argentina e Inghilterra. Se non sbagliano approccio, sentendosi già in finale, non c’è storia».

Una volta arrivate lì?
«Spero Nuova Zelanda, ma credo Sudafrica per profondità della panchina, fisicità, capacità di logoramento, consapevolezza. Ma 51% a 49%, non di più».

Cosa l’ha colpita degli Springboks?
«Il cervello fino del suo allenatore Rassie Erasmus. Contro la Francia mi aspettavo il solito Sudafrica “ignorante”, invece è stato un grande tattico trovando 2/3 mete da calci alti con Du Toit che andava a disturbare».

E degli All Blacks?
«L’equilibrio, in Francia sono cresciuti ogni partita e ora sono in condizioni ottimali. Sono la squadra che ha mosso meno palloni, difeso e usato meglio il piede insieme al Sudafrica, rispetto ai miliardi di passaggi dell’Irlanda o al movimento della Francia. E qui ci sono loro, non irlandesi e francesi, anche se le due sfide sono state equilibrate e risolte da dettagli».

Ci sono anche Inghilterra e Argentina.
«Solo perché la struttura dei gironi ha escluso squadre che lo meritavamo. Queste semifinali non rappresentano le prime 4 al mondo».

Chi doveva esserci, oltre a Irlanda e Francia?
«Le Figi, nei quarti meritavano loro, hanno subito un furto. Neanche l’Inghilterra ci crede di essere arrivata fin qui. Anche se il ct Bortwick è stato bravo a ricavare il meglio da quel che ha, superando l’esonero di Eddie Jones, lo spogliatoio spaccato e altre crisi con il gioco più semplice del torneo».

Altre squadre che l’hanno colpita?
«Il Portogallo per gioco e giocatori di qualità. È la sorpresa del Mondiale».

Il campione della rassegna?
«Bundee Aki dell’Irlanda, al culmine della carriera ha fatto un super Mondiale. È stato continuo ad alto livello, a differenza di altri che hanno fatto una partita o due al top, vedi Antoine Dupont, condizionato dall’infortunio. Galthiè con il Sudafrica doveva toglierlo prima».

La grande delusione?
«Gli arbitri. Metri di giudizio troppi diversi. Hanno penalizzato certe squadre e favorito altre, non dico in malafede, ma per mancanza di omogeneità nel fischiare il gioco a terra, le mischie, i cartellini. Poi sono deresponsabilizzati dal tmo, di cui si fa un uso smodato. Averne oggi di Nigel Owens che, anche sbagliando, aveva sempre in mano la partita».

Pensavo dicesse l’Italia, come delusione.
«Prima del Mondiale non mi aspettavo due batoste con Nuova Zelanda (96-17) e Francia (60-7). Poi leggendo certe dichiarazioni troppo fiduciose, non so che aspettative avessero gli azzurri, sommate alle prestazioni delle due vittorie con Namibia e Uruguay, ho iniziato a temere il peggio. Non era una squadra quadrata, pur apprezzando il lavoro di Kieran Crowley».

Lei non avrebbe cambiato il ct quindi?
«È un problema strutturale, non di ct. Questi risultati sono l’esatta fotografia di dove siamo rispetto agli altri. Cosa potrà mai fare Gonzalo Quesada, nuovo ct, di diverso da Crowley? Fino a quando non risolvi il problema strutturale non cambierà niente».

E come risolverlo?
«Un direttore tecnico che faccia la strategia per tutto il movimento, non un ct. Il problema non è la Nazionale, ma quello che c’è sotto: club, accademie, campionati. La nazionale è il punto d’arrivo. Io sono architetto e non ho mai visto palazzi costruiti dal tetto. Si costruisce sempre dalla base. Ho reso l’idea?».

Ultimo aggiornamento: 17:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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