Irlanda-Italia 36-0 Sei Nazioni: verdi di un altro pianeta, gli azzurri si sacrificano in difesa, ma arriva l'attesa lezione Highlights

Rispettato il pronostico impietoso, gli italiani non hanno mai messo in difficoltà gli irlandesi

Domenica 11 Febbraio 2024 di Paolo Ricci Bitti
Italia Irlanda rugby Sei Nazioni diretta oggi 11 febbraio: azzurri a Dublino per evitare una lezione

Rugby Italia Irlanda Sei Nazioni

Frustrazione. Purtroppo a noi già ampiamente nota e invece inedita e quindi ancora più amara per il nuovo ct Gonzalo Quesada che nella disfatta a Dublino «non trova proprio nulla da salvare». Già, nulla in quel 36-0, tre mete incassate primo del té (19-0), tre nella ripresa e la appunto frustrante sensazione che l’Irlanda, la miglior squadra europea, abbia sempre giocato con un filo di gas, il minimo indispensabile per sbarazzarsi di questi eterni apprendisti italiani che ieri sono usciti a testa bassa dal prato smeraldo dell’Aviva Stadium, in cui persino i 55mila fedeli irlandesi non hanno ritenuto opportuno sgolarsi almeno un po’ per incitare gli arcipadroni di casa.
 

FEDELI 
Perdere a zero fa malissimo nel rugby, ma il ct argentino sappia che nel loro primo Sei Nazioni è già accaduto ai suoi ultimi tre predecessori: Crowley, Smith e O’Shea.

Non è mica consolatorio impararlo, perché allenare l’Italia fanalino di coda del Sei Nazioni sempre comporta - si sa - queste quote di fiele che derivano anche dal fatto che davvero gli azzurri, generazione dopo generazione, non riescano quasi mai a infilare due prestazioni convincenti di fila. L’Inghilterra a Roma aveva dovuto sudare per vincere, invece l’Irlanda, la perfettissima Irlanda in cui titolari e rincalzi sono intercambiabili, quasi non ha avuto bisogno di farsi la doccia alla fine di una partita in cui gli azzurri, evidentemente tramortiti dal pronostico tombale, hanno persino regalato 5 touche su 13 (e potremmo dire pure 7) e almeno altrettante mischie. Otto, altra cifra terrificante, gli errori di handling, ovvero quando il pallone ti scappa dalle mani. Perché, gli italiani hanno avuto un minimo di possesso in questo match a senso unico? Sì, perché altrimenti la tariffa sarebbe stata almeno doppia, ma che disdetta vedere sprecati quei rarissimi palloni così faticosamente strappati ai verdi. Nelle ultime quattro gite qui a Dublino di mete ne avevamo persino incassate 7 a partita, ieri “solo” 6 perché almeno la difesa azzurra ne ha salvate con coraggio altre tre o quattro, come hanno riconosciuto anche le loro altezze irlandesi. Ma è un lumicino che si perde nella cupa notte dublinese.

Ricapitolando: la conferma della cosmica differenza fra la seconda squadra al mondo e l’undicesima è scritta in quel vuoto nel tabellino degli azzurri, in quegli impavidi, ma infruttuosi tentativi di Capuozzo (assai bravo sui “campanili”, i calci altissimi, irlandesi) o di Ioane di portare avanti il pallone, in quei placcaggi a ribaltare di Fischetti e Izekor che però non hanno dato il là ad alcun contrattacco. Non c’è mai stato, insomma, un momento in cui fiorisse la speranza che almeno una meta potesse essere segnata dagli azzurri. «Ma noi siamo meglio di così - garantisce il livido capitano Lamaro - Però dobbiamo tutti metterci in testa che contro avversari di questi livelli dobbiamo fare di più, dobbiamo trovare adattamenti e soluzioni». «È tutto molto frustrante - aggiunge Quesada - non siamo riusciti a fare nulla di quanto preparato e in più soprattutto nel primo tempo siamo stati lenti e poco aggressivi. E poi poco incisivi le poche volte in cui abbiamo tentato di imbastire un attacco. Una lezione da imparare in vista del prossimo match con la Francia a Lille, fra due settimane anche se avrò di nuovo a disposizione i giocatori solo per una manciata di giorni».

Il tabellino

Marcatori: PT 8’ m. Crowley, n.t. (5-0); 24’ m. Sheehan t. Crowley (12-0); 37’ m. Conan, t. Crowley (19-0). ST 50’ m. Sheehan, n.t. (24-0); 62’ m. Lowe, n.t. (29-0); 78’ m. Nash, t. Byrne (36-0)

Irlanda: 15 Hugo Keenan (57’ 22 Harry Byrne), 14 Calvin Nash, 13 Robbie Henshaw (64’ 23. Jordan Larmour), 12 Stuart McCloskey, 11 James Lowe, 10 Jack Crowley (58’ 22 Harry Byrne), 9. Craig Casey (73’ 21. Jamison Gibson-Park), 8 Jack Conan, 7 Caelan Doris (C), 6 Ryan Baird (66’ 20 Josh van der Flier), 5 James Ryan, 4 Joe McCarthy (60’ 19 Iain Henderson), 3 Finlay Bealham (57’ 18 Tom O’Toole), 2 Dan Sheehan 57’ 16 Ronan Kelleher), 1 Andrew Porter (57’ 17 Jeremy Loughman)
A disposizione: 16 Ronan Kelleher, 17 Jeremy Loughman, 18 Tom O’Toole, 19 Iain Henderson, 20 Josh van der Flier, 21. Jamison Gibson-Park, 22 Harry Byrne, 23. Jordan Larmour
Head Coach: Andy Farrell

Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Lorenzo Pani (58’ 23 Federico Mori), 13 Juan Ignacio Brex, 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Stephen Varney (58’ 21 Martin Page-Relo), 8 Michele Lamaro (C), 7 Manuel Zuliani (69’ 20 Ross Vintcent) 6 Alessandro Izekor, 5 Federico Ruzza (56’ 19 Andrea Zambonin), 4 Niccolò Cannone, 3 Pietro Ceccarelli (41’ 18 Giosuè Zilocchi), 2 Gianmarco Lucchesi (56’ 16 Giacomo Nicotera), 1 Danilo Fischetti (56’ 17 Mirco Spagnolo)
A disposizione: 16 Giacomo Nicotera, 17 Mirco Spagnolo, 18 Giosuè Zilocchi, 19 Andrea Zambonin, 20 Ross Vintcent, 21 Martin Page-Relo, 22 Tommaso Allan, 23 Federico Mori
Head Coach: Gonzalo Quesada

Arbitro: Luke Pearce (RFU)
Assistenti: Mathieu Raynal (FFR), Luc Ramos (FFR)
TMO: Eric Gauzins (FFR)

Cartellini: 58’ Menoncello (ITA)

Calciatori: Garbisi (ITA) 0/1; Crowley (IRE) 3/4

Player of the Match: James Lowe (IRE)

Note: giornata asciutta, vento a tratti deciso,

L'attesa

Beata gioventù, beati azzurri Under 20 che se ne infischiano del pronostico tombale e a Cork mettono alle corde come mai prima i giovani e imbattibili, e da tempo immemore imbattuti, irlandesi. Avranno acceso un cero grande così a San Patrizio i padroni di casa che si sono salvati (23-22, ultimo pallone in mano all'Italia di Massimo Brunello) solo per l’intercessione del Patrono che pure ha applaudito le galoppate in meta della rivelazione Marco Scalabrin. 

 


INFERMERIA
E magari oggi si ripetesse una partita così, quando invece tutto nel gelo piovigginoso di Dublino annuncia una durissima legnata per la truppa del neo ct Gonzalo Quesada che ha pagato a caro prezzo il dignitoso ko di misura contro l’Inghilterra. Contro la seconda squadra al mondo, campione in carica del Sei Nazioni con tanto di Grand Slam, devastante in Francia nel primo turno e dal campionario infinito di “ball carrier” (i giocatori grandi e grossi che avanzano con la palla fra le braccia), l’Italia si presenza senza i suoi interpreti migliori di questo ruolo. Ovvero Seb Negri e Lorenzo Cannone, già in infermeria dopo la prima giornata. Problemi anche nel gioco al piede e dalla piazzola: Tommy Allan alla fine ha recuperato, ma parte dalla panchina. Quesada resta ottimista e lancia i 23enni del Treviso Manuel Zuliani e Alessandro Izekor, poi richiama il mediano di mischia italo-gallese Varney, più affidabile nei calci di Garbisi jr. La regia resta affidata a Paolo Garbisi, mentre “dietro” è una gioia vedere il ritorno di Ange Capuozzo, con la speranza che il pack riesca a procurargli qualche pallone tra un placcaggio e l’altro.

@autumnnationsseries He's done it again 🇮🇹👀🔥 #AutumnNationsSeries #RivalriesReignited #ANS #ForYou #ForyouRugby #Rugby #TryTime #Federugby #ItalyRugby #RugbyItaly #capuozzo #angecapuozzo ♬ original sound - maxbrownyo

Pronostico mai così impietoso

Ci si potrebbe ora addentrare in qualche raffinata questione tecnica, ma poi ne passa la voglia quando leggi il distillato dei pronostici degli allibratori che ci assegna una batosta con almeno 24 punti di scarto. E non è nemmeno male: qui nel maestoso e metallico Aviva (ma era molto più affascinante il traballante Lansdowne Road di mattoni e legno) gli azzurri non hanno mai vinto nel Sei Nazioni e negli ultimi 5 confronti diretti gli irlandesi ci hanno mazzolato con almeno 7 mete a partita. Il ct si è concesso un ampio turn over (6 cambi rispetto al trionfo di Marsiglia) forte del fatto che questo gruppo ha vinto 18 degli ultimi 19 test match: ai Mondiali ha sì perso dagli All Blacks ma prima aveva battuto il Sudafrica poi campione del mondo. 

Di più: la vittoria azzurra è pagata da 12 a 41 volte e quest’ultima quota è davvero un triste record per tutti i tempi. A Dublino, per dirla tutta, la media dei risultati dal 2000 è di 40 a 12 e il dolce ricordo dell’unica vittoria azzurra nel Torneo se l’è portato via il vento che spazza il canale di San Giorgio perché risale al preistorico 2013 a Roma.

 
Ecco, non è contro l’Irlanda che potremo mostrare qualche velleità. Ma perché i verdi sono così forti nel rugby? Perché sono i migliori d’Europa pur pescando solo fra i 7 milioni di abitanti dell’isola (nel rugby c’è un’unica nazionale)? 


NIENTE CALCIO


Perché questa squadra, vertice di una base di oltre 200mila praticanti (80mila per l’Italia), non ha proprio alcuna concorrenza: niente basket, volley e pallamano e - udite udite - nessun campionato di calcio professionistico. Il cricket si gioca in estate e gli sport gaelici, seguitissimi, rappresentano un mondo a parte. In più il rugby rastrella talenti tra la classe operaia e tra l’upper class, che si educa in scuole prestigiose in cui la palla ovale è materia di studio. Ergo, tutti i ragazzi, e ora anche le ragazze, con buone doti fisiche giocano a rugby. Con tante risorse è poi agevole naturalizzare fior di campioni neozelandesi e sudafricani. 


«Fa niente se il pronostico è così ostile - dice il ct Quesada - Grande rispetto, ma nessuna paura: sono convinto che questi azzurri, con il carattere che hanno dimostrato, potranno costruire qualcosa di buono e compiere altri progressi nel nostro cammino appena iniziato».

La Francia risorge, ma solo grazie a un errore del Tmo

La Francia, prossima rivale dell’ Italia, torna alla vittoria dopo il clamoroso ko a Marsiglia: a Murrayfield finisce 16-20, ma la Scozia ha diritto di sentirsi derubata perché a tempo scaduto Skinner, sotto un groviglio laocoontico di quintalate di giocatori, è riuscito a schiacciare in meta, ma, nonostante le chiare immagini, il Tmo (l'addetto alla moviola) irlandese MacNiece non ha voluto smentire l’incerto arbitro aussie Berry. Il dialogo fra i due, ascoltabile dai giornalisti e anche dal pubblico grazie a radioline, che solo in Italia non vengono - chissà perché - vendute, finisce per diventare surreale perché l'arbitro chiede se ci sono motivi per contrastare la sua decisione in campo ("Non è meta") e il Tmo, viste e riviste le numerose inquadrature, inizialmente gliene fornisce tanto che Perry dice ("Allora cambio idea"). Il pallone effettivamente dopo aver incocciato in un polpaccio francese finisce per toccare il suolo. Epperò MacNiece se ne esce, dopo minuti e minuti di replay, con un "Aspetta, devo rivedere ancora le immagini. Ecco, no, non vedo immagini certe sul toccato a terra". E l'arbitro conferma la sua decisione sul campo. da ricordare che le stesse immagini le vede anche il pubblico dello stadio e quello a casa. L'impressione è che il pallone sia stato schiacciato a terra. Furibondo l'allenatore scozzese Townsend, perché in effetti se l'uso della tecnologia riserva queste contraddizioni si dà ragione a chi ne rifiutava l'uso. Townsend e i suoi giocatori devono tuttavia fare mea culpa perché più volte hanno avuto il colpo del ko in canna contro una Francia ancora molto macchinosa, invece gli highlanders sono riusciti persino a incassare una meta dai francesi ridotti in 13. 

Paolo Ricci Bitti

 

La classifica


Sabato  Scozia-Francia 16-20; Inghilterra-Galles 16-14. Domenica Irlanda-Italia 36-0

Classifica: Irlanda 10; Inghilterra 8; Scozia 5; Francia 4; Galles 3; Italia 1. 

Prossimo turno: 24 febbraio alle 15.15 Irlanda-Galles, alle 17.45 Scozia-Inghilterra; 25 febbraio alle 16 Francia-Italia a Lille

Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 23:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci