Pronti con i fucili spianati: lettura delle formazioni, fischi per De Sanctis, Maicon, Gervinho e Garcia. E come nelle favole, arriva la rivincita dei reietti. E la caduta degli dei, Totti, Dzeko e Keita si fanno male e rischiano uno stop più o meno lungo. Andiamo con ordine: Morgan paga l'infortunio di Szczesny: non gioca il polacco e l'altro si becca i fischi. Maicon paga, forse, il fatto di non aver rinunciato alla maglia della Roma, di aver provato a continuare e quindi di non aver aperto la strada per un nuovo terzino, magari più fresco. Di sicuro il brasiliano non è lo stesso giocatore di prima, fatica, specie quando deve difendere. Stavolta, però, sfodera una prestazione discreta (per i suoi standard), con un assist, un altro gol "propiziato" e qualche corsa in più, con la solita fatica nelle rincorse. Prestazione sufficiente, per il riscatto definitivo va atteso, si spera non all'infinito. Intanto i fischi, nel finale, si attenuano.
Gervinho è stato l'assente della passata stagione, la società voleva cederlo e non ci è riuscita. Lui che doveva fare? Restare. Provare a giocare. Oggi viene considerato ancora l'arma letale di Garcia, che fin qui lo ha riproposto da titolare solo in trasferta, mai all'Olimpico. L'ivoriano tiene la testa bassa, non perde il sorriso e nel pomeriggio che non ti aspetti torna quasi imprendibile come il primo anno. Un gol - dopo trecento giorni (Roma-Inter del novembre scorso) - e tante accelerazioni vecchia meniera. Un po' per tutti, i fischi diventano applausi. Perché se la Roma vince, il passato si dimentica. Su Garcia viene fatta una considerazione più profonda: la Roma ha smesso di giocare al calcio da sei mesi. Questi cinque gol possono bastare per tornare a considerare Rudi il tecnico dei sogni, quello della chiesa e il villaggio? Forse no, ma vedere la Roma con la vena gol del passato già fa tornare un minimo di sorriso. che scompare quando si contano gli infortuni: Dzeko (trauma distrattivo al ginocchio), Totti e Keita (probablli lesioni ai flessori), si rivedranno, se tuto va bene, dopo la sosta di campionato. E salteranno la trasferta in Bielorussia.
Gervinho è stato l'assente della passata stagione, la società voleva cederlo e non ci è riuscita. Lui che doveva fare? Restare. Provare a giocare. Oggi viene considerato ancora l'arma letale di Garcia, che fin qui lo ha riproposto da titolare solo in trasferta, mai all'Olimpico. L'ivoriano tiene la testa bassa, non perde il sorriso e nel pomeriggio che non ti aspetti torna quasi imprendibile come il primo anno. Un gol - dopo trecento giorni (Roma-Inter del novembre scorso) - e tante accelerazioni vecchia meniera. Un po' per tutti, i fischi diventano applausi. Perché se la Roma vince, il passato si dimentica. Su Garcia viene fatta una considerazione più profonda: la Roma ha smesso di giocare al calcio da sei mesi. Questi cinque gol possono bastare per tornare a considerare Rudi il tecnico dei sogni, quello della chiesa e il villaggio? Forse no, ma vedere la Roma con la vena gol del passato già fa tornare un minimo di sorriso. che scompare quando si contano gli infortuni: Dzeko (trauma distrattivo al ginocchio), Totti e Keita (probablli lesioni ai flessori), si rivedranno, se tuto va bene, dopo la sosta di campionato. E salteranno la trasferta in Bielorussia.
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