Qatar 2022, Zola: «Tifo Inghilterra ma vincerà l'Argentina. L'Italia rifletta»

Sabato 19 Novembre 2022 di Stefano Boldrini
Qatar 2022, Zola: «Tifo Inghilterra ma vincerà l'Argentina. L'Italia rifletta»

Secondo i sondaggi gli italiani tiferanno al mondiale Argentina, Brasile e Spagna: Gianfranco Zola quale nazionale sosterrà? «L'Inghilterra.

E' la mia seconda casa e ho giocato sette stagioni in Premier. Nelle prossime settimane sarò a Londra: una ragione in più».


Si parte con Qatar-Ecuador e molte questioni aperte: migliaia di morti nei lavori per tutte le opere collegate al torneo, le famiglie che attendono ancora i risarcimenti, le discriminazioni sessuali, il voltafaccia dell'ultima ora con il divieto di vendita di birra negli stadi.
«Per me non è facile rispondere perché ho allenato in Qatar e sono stato trattato bene. Ho provato ad informarmi per sapere qualcosa di più e mi hanno detto che nei paesi di provenienza degli immigrati le condizioni di lavoro sono peggiori. La mia opinione è che il mondiale possa aiutare il Qatar a fare qualche riflessione. E' un'occasione per crescere».
La sua griglia di partenza?
«L'Argentina che ha superato l'Italia a Wembley mi ha impressionato. Messi è la star, ma attorno a lui c'è un gruppo di campioni. Aggiungo: Scaloni è un ottimo allenatore. L'Argentina ha un copione solido e moderno. Poi chiaramente il Brasile, la Francia campione in carica e il Belgio. Queste potrebbero essere le semifinaliste, ma anche Inghilterra e Germania possono arrivare tra le prime quattro».
Non crede alla Spagna.
«La Spagna è ricca di giovani talenti e il fattore-età rappresenta un'incognita. L'esperienza è fondamentale in un mondiale».
Le possibili sorprese?
«La Croazia può fare bene, ma non è un'outsider dopo il secondo posto in Russia. La Serbia è in crescita. L'Uruguay è sempre competitivo. Mi piaceva anche il Senegal, ma l'assenza last minute di Mané è un handicap pesantissimo».
Il Galles torna al mondiale dopo 64 anni, il Canada dopo 36.
«Il Galles viene da due fasi finali dell'europeo e molti giocatori frequentano la Premier. Il Canada ha iniziato un percorso di crescita in vista dell'edizione 2026, in cui sarà l'organizzatore con Usa e Messico: c'è entusiasmo».
Il Qatar è in ritiro da tre mesi ed è guidato da uno spagnolo, Felix Sanchez, cresciuto all'ombra del tiqui-taca.
«Il capitano, Al-Haydos, era un mio calciatore. Mi aspetto una squadra che scenderà in campo con entusiasmo e passione. Si giocherà con Senegal e Ecuador il passaggio del turno».
Sarà il mondiale di Messi?
«Ora o mai più. Stavolta avrà il supporto di una squadra davvero forte. Lautaro Martinez, Di Maria, De Paul, Paredes, MacAllister: campioni».
Anche Neymar non ha mai vinto il mondiale.
«E anche lui, al netto del suo talento, avrà una nazionale di fuoriclasse a sorreggerlo. Il Brasile ha una batteria di attaccanti straordinaria, un centrocampo solido e portieri di altissimo livello».
Cristiano Ronaldo si gioca il futuro.
«Spero per lui che riesca a dare il top perché si è infilato in una situazione delicata. L'intervista rilasciata a Piers Morgan ha fatto il giro del mondo. I calciatori normali vengono spesso travolti dalle pressioni, ma la forza di Ronaldo è sempre stata quella di tenere botta nei momenti più difficili».
De Bruyne ha un posto fisso nella squadra tipo di questo torneo.
«Può essere la sua consacrazione. Il Belgio mi piace: Courtois è uno dei migliori portieri in circolazione, Hazard è un mio pupillo, Trossard può essere la sorpresa».
Mbappé è il calciatore di maggior valore: centosessanta milioni di euro.
«Mbappé ha già vinto un mondiale. Concedere il bis a 23 anni sarebbe un'impresa alla Pelé».
La Germania è una miniera di talenti.
«Havertz, Musiala, Gnabry, Sané: tanta qualità».
La sua Inghilterra fuori dal giardino di casa spesso si perde.
«L'Inghilterra deve sempre fare i conti con enormi pressioni, ma Kane, Foden e Rashford sanno gestire le tensioni. Aggiungo un nome: Bellingham. Ha solo 19 anni, ma è fortissimo».
Facciamoci del male: Italia fuori per la seconda volta di fila.
«Sarà dura, durissima, in questo mese. Siamo stati sfortunati, ma un po' ce la siamo cercata. Trovo però giusto che Mancini sia rimasto: ha già dimostrato di essere in grado di ricostruire una squadra».
Che cosa serve per superare la crisi?
«Calcio di qualità, investire nelle accademie e fiducia ai giovani. Ai miei tempi c'era concorrenza tra i giocatori: nel mio ruolo dovevo vedermela con Baggio, Del Piero, Mancini, Morfeo. Per andare in nazionale e partecipare al mondiale dovevi dare il massimo: l'antagonismo nello sport rappresenta una molla formidabile».

 

Ultimo aggiornamento: 17:02
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