Contro il Milan c'è stato un capolavoro tattico, e lo ha firmato Daniele De Rossi. Non più barricate, ma sguardo dritto verso la porta; non più timore, ma arroganza. La palla non scotta, ma la tiene la Roma, a lungo. Poi, Leao si marca con Celik e Theo si blocca con El Shaarawy, che invece di giocare a sinistra se ne sta a destra, a rincorrere ed "offendere". Milan-Roma è tutta qui (si fa per dire), ma per vincere ci vuole il gol del solito Mancini, che di testa e sempre da angolo, dopo la Lazio punisce i rossoneri. Ci pensa lui, perché Dybala e Lukaku fanno gli scolaretti, difendono e scappano, le occasioni sono altrove.
Anche all'Olimpico tra una settimana non sarà una Roma attendista ma quella vista qui a San Siro e servirà un Milan diverso, più indiavolato. Quella giallorossa è una squadra che ha cambiato pelle e vita, dal 14 gennaio scorso ha svoltato, dopo che qui al Meazza aveva lasciato il suo passato, José Mourinho, che tanto ha dato a questa squadra ma aveva smesso di essere ascoltato e da alcuni giocatori stimato. Qui la Roma ha perso quasi tre mesi fa e qui è nata la Roma di De Rossi, questa Roma qui, che ricorda quella di Spalletti, capace di dominare anche a San Siro. Forse per la Roma è ufficialmente cominciata una nuova èra, per De Rossi in fondo non è mai finita.
Mancini e lo schema per il gol da calcio d'angolo contro il Milan, ecco come funziona
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