dal nostro inviato
NAPOLI - Quasi novanta anni fa nasceva Italia-Inghilterra.
L'ORIGINE
Era il 5 maggio del 1933 quando tutto cominciò: la Nazionale è riuscita a battere l'Inghilterra per la prima volta al nono tentativo, giugno 73, Comunale di Torino, reti di Anastasi e Capello, che bissò, a Wembley, quattro mesi dopo nella mitica notte della vendetta dei "camerieri". Gli inglesi invece non hanno dimenticato il successo per 3-2 a Londra contro i neo campioni del Mondo azzurri che vennero ribattezzati "I Leoni di Highbury" dopo quella battaglia che nessuno voleva giocare, ma il governo italiano invece ci teneva per tenere alto l'orgoglio nazionale. Nelle prime otto amichevoli, quattro pari e quattro sconfitte. Refresh. La tradizione migliora quando si comincia a giocare per qualcosa di vero in palio: all'Olimpico, nel 1976, per la qualificazione ai mondiali in Argentina, finisce 2-0 grazie ai timbri di Antognoni e Bettega, poi gli azzurri perderanno il ritorno con lo stesso risultato (Keegan-Brooking) e questa è l'ultima sconfitta azzurra in partite ufficiali, 1977, una vita fa.
L'Italia è imbattuta con la nazionale dei Tre Leoni da sei partite, e in mezzo c'è la vittoria ai rigori nella finale di Wembley di Euro 2020 (per la statistica, è finita in pareggio, 1-1), poi c'è la recente doppia sfida nei gironi di Nations League, a giugno (0-0 a Wolverhampton) e settembre (1-0 a Milano, rete di Raspadori). Nel cuore degli italiani restano i successi di Bari (finale terzo posto a Italia 90) e la rete in stile Capello, di Zola a Wembley che, nel 1997, ha regalato all'Italia la qualificazione per Francia 98. Poi ancora, il successo di Manaus, Mondiale 2014, firmato Marchisio-Balotelli e quel cucchiaio di Pirlo nei quarti di Euro 2012. L'ultimo acuto inglese, l'amichevole di Ferragosto del 2012, stadio Wankdorf di Berna: De Rossi, poi Jagielka e Defoe. Ma stasera si ricomincia, con Mancio che deve ricostruire ancora, mentre l'Inghilterra viene dalla semifinale persa con la Francia in Qatar. Ricomincia dopo 103 calciatori convocati (Bonucci non recupera e ha lasciato il ritiro, Verratti sarà il capitano «la Nazionale è la mia isola felice»), con l'ultimo, l'oriundo Retegui, al quale il ct chiede quei gol che in Italia non fa quasi più nessuno.
«Mateo mi ricorda il primo Batistuta. Ma bisogna dargli tempo, non è facile per uno come lui calarsi in fretta in una nuova realtà». Intanto ha cominciato a cantare canzoni italiane, napoletane, in ritiro. E' un'iniziazione. Mancini vuole tornare ai vecchi suoi valori, prendendo spunto dallo splendido Napoli: «Il bel calcio, il divertimento. E poi con l'Inghilterra è una classica. Siamo passati da una grande emozione alla immeritata delusione per il Qatar». Stasera la prima senza Vialli. «Lui è con noi: è immortale». Gli azzurri indosseranno una maglia con scritta dedicata "Luca azzurro per sempre". Un avviso dal ct agli inglesi, che stasera saranno 2500/3000 al Maradona (si va verso il sold out). «Non sono un poliziotto, non so se ci siano rischi. In Champions ha creato problemi chi è venuto qui, se chi arriva si comporta bene andrà tutto liscio». Chiaro, no?
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