Padova. «Guerra» degli spritz, Contin assolto dall'accusa di appropriazione indebita

Chi lo ha denunciato ha presentato querela dopo i 90 giorni previsti per legge

Mercoledì 28 Febbraio 2024 di Marco Aldighieri
Padova. «Guerra» degli spritz, Contin assolto dall'accusa di appropriazione indebita

PADOVA - La “guerra” degli spritz, approdata in un’aula di tribunale, è finita con l’assoluzione del “re” dell’aperitivo nelle piazze Federico Contin. L’imprenditore padovano era finito a processo per il reato di appropriazione indebita, ma i sei baristi del “Naviglio” autori della querela hanno commesso un errore: l’hanno presentata quattro mesi dopo il reato contestato facendo così scadere il termine massimo consentito per legge dei 90 giorni. Per gli avvocati di Contin, Alessia Pittelli del foro di Padova e Antonio Barilari del foro di Palmi (provincia di Reggio Calabria), è stato un assist al bacio. Sollevata l’eccezione davanti al giudice del Tribunale monocratico Vincenzo Santoro, ieri mattina, hanno incassato un’assoluzione per non luogo a procedere.

Insomma, il caso è chiuso. «Esprimiamo grande soddisfazione per l’esito positivo del processo che ha visto attore Chicco Contin. Dopo anni di sofferenze ed attacchi ingiusti, finalmente, Contin vede chiudersi nel migliore dei modi questa triste vicenda. Il tribunale ha accolto l’eccezione da noi formulata di improcedibilità dichiarando il non doversi procedere, circostanza già sollevata in sede di udienza preliminare. Adesso finalmente giustizia è fatta a fronte di una querela palesemente tardiva e che aveva come unico fine quello di colpire ingiustamente l’imprenditore» hanno dichiarato i due legali.

I FATTI

Otto baristi dell’associazione “Naviglio”, gli stessi con i chioschi proprio su viale Colombo al Portello, avevano denunciato Contin, allora il loro segretario, per truffa aggravata e appropriazione indebita per un totale di 28 mila euro. Sono scattate le indagini da parte dei carabinieri e del pubblico ministero Luisa Rossi, e il “re” dello spritz si è trovato iscritto nel registro degli indagati per il solo reato di appropriazione indebita ed è stato chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio. È caduta invece l’accusa di truffa aggravata. Degli otto baristi della denuncia, due si sono sfilati, e si sono costituiti parte civile in sei. Il denaro, secondo l’accusa, doveva rientrare nelle tasche dei baristi a fronte dell’annullamento della manifestazione 2020 al Portello a causa della pandemia. Soldi, ancora per l’accusa, spesi dall’imprenditore padovano per viaggi, cene e acquisti di auto e scooter. I baristi, dell’associazione “Naviglio”, a maggio del 2020 hanno incassato le dimissioni dell’allora presidente Maurizio Sera, meglio conosciuto come Tony dj, e hanno sfiduciato Contin da segretario. Allora il suo posto è stato preso da Andrea Minchio, ex segretario regionale di Forza Nuova. Mentre la poltrona di presidente è stata assegnata a Gianni Boscaro del Babuska Caffè di via Gabelli. Vice presidente invece è Nicola Zoppelletto, socio del pub Berlino al Portello.

L’IMPRENDITORE

«Sono felice che questa vicenda si sia conclusa e pietosamente - ha dichiarato Contin - non eserciterò alcuna azione di rivalsa su chi mi ha denunciato. Voglio lasciare alle spalle questo brutto periodo. Quattro anni sono stati lunghi per me e per tutta la mia famiglia. Non ho mai rubato un centesimo a nessuno - ha proseguito - il rammarico è che queste persone mi hanno scippato una manifestazione che ho gestito per sedici anni. Ma li perdono. Questa storia mi ha creato un importante danno di immagine».

I BARISTI DEL NAVIGLIO

«Il signor Federico Contin sbandiera l'accoglimento dell'improcedibilità, intervenuto dopo il rinvio a giudizio e l'inizio del processo penale come un timbro di innocenza. È bene ricordare che prima il pm titolare delle indagini, che ha chiesto il rinvio a giudizio, poi il giudice per le indagini preliminari, che lo ha accolto e il primo giudice che lo ha accolto, avevano visto nella condotta di costui una serie di pesanti ombre. Ora un quarto giudice ha deciso non che i fatti non sussistono, ma l'improcedibilità. Faremo appello su questa decisione. La verità nei fatti è nota a tutti gli operatori del settore: il gruppo di imprenditori che ha fatto rinascere il Naviglio si è meritato la fiducia da parte della città di Padova per altri quattro anni. E riapriremo i battenti a inizio aprile».

Ultimo aggiornamento: 07:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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