Dal nostro inviato FIRENZE - Al tavolo verde la Lazio cala un tris che annienta la Fiorentina. Un 3-1 che è pura musica per i ragazzi di Pioli completamente trasformati rispetto all’ultima gara contro il Carpi. Gioco, carattere e tanto spettacolo che hanno fatto tornare il sorriso ai biancocelesti che rischiavano di cadere nuovamente nella malinconia dei risultati. Un successo netto che rispecchia quanto si è visto in campo.
RESISTENZA E GOL
Dopo il brivido che provoca la punizione di Mati Fernandez dopo appena 4 minuti, la Lazio si cala nella gara con testa e cuore. E’ Keita a far esultare tutti a fine primo tempo, proprio il più atteso. Lo spagnolo gioca una partita perfetta costringendo i viola ad affannosi recuperi per tutta la gara. Nella ripresa i ragazzi di Sousa tornano alla carica ma la difesa bianceleste non crolla e risponde colpo su colpo. E così arriva il raddoppio dell’odiato, per questioni di mercato, Milinkovic che si sradica il pallone e con un gesto tecnico da applausi buca Tatarusanu. Tutto finito? Nemmeno per sogno perché una papera di Berisha riapre i giochi a 3 minuti dalla fine dei 6 di recupero concessi dall’arbitro Rizzoli. Un’altra Lazio avrebbe incassato anche il pareggio ed invece ci pensa Anderson, il brutto anatroccolo a chiudere i conti. La Fiorentina paga l’approccio troppo morbido alla gara e forse la mancanza di mentalità per essere davvero grande. Sfuma il sogno di diventare campione d’inverno. La Lazio invece, così come era successo a Milano, si ritrova in tutte le sue componenti. Serve però la continuità se si vuole riconquistare l’Europa.
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Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 13:01
RESISTENZA E GOL
Dopo il brivido che provoca la punizione di Mati Fernandez dopo appena 4 minuti, la Lazio si cala nella gara con testa e cuore. E’ Keita a far esultare tutti a fine primo tempo, proprio il più atteso. Lo spagnolo gioca una partita perfetta costringendo i viola ad affannosi recuperi per tutta la gara. Nella ripresa i ragazzi di Sousa tornano alla carica ma la difesa bianceleste non crolla e risponde colpo su colpo. E così arriva il raddoppio dell’odiato, per questioni di mercato, Milinkovic che si sradica il pallone e con un gesto tecnico da applausi buca Tatarusanu. Tutto finito? Nemmeno per sogno perché una papera di Berisha riapre i giochi a 3 minuti dalla fine dei 6 di recupero concessi dall’arbitro Rizzoli. Un’altra Lazio avrebbe incassato anche il pareggio ed invece ci pensa Anderson, il brutto anatroccolo a chiudere i conti. La Fiorentina paga l’approccio troppo morbido alla gara e forse la mancanza di mentalità per essere davvero grande. Sfuma il sogno di diventare campione d’inverno. La Lazio invece, così come era successo a Milano, si ritrova in tutte le sue componenti. Serve però la continuità se si vuole riconquistare l’Europa.
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