Cuore Genoa.
LA PARTITA - Allegri ha fiducia, ancora una volta, in Miretti, il classe 2003 impiegato a centrocampo. Davanti Kean è preferito a Morata nella linea offensiva a tre con Vlahovic e Dybala. Blessin schiera Melegoni, Portanova e Amiri a supporto di Destro.
Prima fiammata Juve dopo 5 minuti quando Kean sovrasta Hefti di testa mettendo alto di poco. Il Genoa carbura lentamente ma trova la forza di creare difficoltà con un ripetuto pressing. Occasioni con il contagocce e ritmi lenti. Padroni di casa pericolosi su palla inattiva attorno alla mezz’ora quando Destro, da posizione interessante, salta male senza inquadrare la porta. Sirigu risponde adeguatamente prima all’incursione di Kean e poi alla “telefonata” centrale di Dybala. Il Grifone tira fuori gli artigli nel finale di tempo. Szczesny sbarra la strada a Destro e poi si tuffa sulla sua sinistra per respingere un siluro di Portanova. Primo tempo avaro di emozioni, giocato con gran dispendio di energie e intensità dal Genoa. Juve sempre pungente ogni volta che riparte ma poco incisiva fisicamente, forse perché con la testa anche alla finale di Coppa Italia.
Blessin lascia Galdames negli spogliatoi e lo sostituisce con Frendrup. Dopo 30 secondi, Destro si mette subito le mani tra i capelli perché di prima intenzione, dall’area piccola, spara altissimo dopo aver ricevuto da Criscito. Gol sbagliato, gol subito: al 48’ Dybala castiga Sirigu con un destro di estrema precisione. Juve avanti con il minimo sforzo. Blessin le prova tutte e, con Ekuban e Yeboah al posto di Portanova e Melegoni, si assume il massimo rischio in termini di equilibri tra i reparti. L’attaccante ghanese mal sfrutta una ghiotta opportunità da posizione laterale intorno all’ora di gioco. La Juve ha una tripla chance, in pochi minuti, per chiudere la partita: al 68’ il palo dice no a Dybala e un minuto dopo, al termine di una veloce combinazione con Rabiot, Kean calcia a botta sicura ma trova l’opposizione di un eccezionale Sirigu, bravo a chiudere lo specchio poco dopo a Vlahovic andatosene via in slalom. Allegri, scegliendo l’opzione Morata, risparmia all’attaccante serbo gli ultimi venti minuti. Al 76’ Kean, su assist Dybala e velo Morata, sbaglia ancora.
Il finale è palpitante. All’83’ Sozza accorda un rigore alla Juventus per un presunto fallo di Gudmunsson su Akè ma poi, richiamato al VAR, rivede la sua decisione. Quattro giri di lancette e il Genoa raggiunge il pareggio: Gudmunsson fa esplodere la Gradinata Nord raccogliendo un suggerimento di Amiri e battendo Szczesny sul secondo palo. Il Genoa cerca in tutti i modi di vincere la partita e si espone al contropiede della Juventus: al 94’, praticamente a porta vuota, Kean calcia a lato. Ribaltamento di fronte e De Sciglio stende Yeboah. Sozza fischia il rigore della speranza: Criscito si prende una rivincita con il destino e regala così un’incredibile vittoria.
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