Atalanta, Gasperini rimane con i piedi per terra: «Scudetto? Non possiamo vincerlo»

Domenica 27 Ottobre 2019
Atalanta, Gasperini rimane con i piedi per terra: «Scudetto? Non possiamo vincerlo»
«Non ci sono aggettivi per esaltare la prova di questi ragazzi, anche se la superiorità numerica sul rigore del vantaggio in rimonta ci ha decisamente favoriti». Gian Piero Gasperini si coccola la sua Atalanta da settebello contro l'Udinese: «Ho visto movimenti e smarcamenti giusti. Avevo visto la squadra più affaticata nella ripresa col Sassuolo col 4-0, adesso invece abbiamo continuato a martellare - osserva l'allenatore nerazzurro -. Siamo a tre punti dalla vetta? Comincerò a guardare la classifica alla quattordicesima o alla quindicesima. Coi se e coi ma non si fa niente, ma se avessimo fatto più punti con Torino e Fiorentina quando giocavamo in casa a Parma, anziché uno solo...». E la parola scudetto? Non la vuole neanche sentire: «Non lo possiamo vincere - ammette ai microfoni di Sky - solo la Juventus lo può perdere, poi ci sono Inter e Napoli oltre ad altre squadre che hanno possibilità importanti. Cioè, tutte quelle che chiamiamo big per quello che hanno dietro. È molto presto, sono passate solo nove giornate. Non ci illudiamo». Segue l'analisi di una sfida in discesa dal 35' in avanti: «Non ci sono partite facili, vedi Lecce che ferma la Juventus. Abbiamo reagito alla sconfitta di Manchester, pesante nel punteggio, consapevoli di aver comunque offerto una prestazione importante martedì. Nelle prossime tre partite di Champions le squadre saranno più vicine». Una battuta anche sulle considerazioni di Antonio Conte, secondo cui la sua Inter fa fatica a tenere lo stesso ritmo sulla distanza dei tre impegni settimanali: «Lui ha giocato mercoledì in coppa e sabato in campionato, noi martedì e domenica. Un giorno fa differenza, eccome. In questo caso sono due: i miei oggi avevano buona gamba e intensità giusta». Gasperini elogia il reparto offensivo: «La nostra potenza là davanti ci consente di ovviare a qualche errore dietro, ma se avessimo anche la miglior difesa saremmo in testa alla classifica. Questa è una squadra che anche quando va sotto non molla e continua a proporre calcio col proprio credo: una mentalità straordinaria, agevolata dal poter giocare nel nostro stadio. I giocatori si sono esaltati nel secondo tempo a favore di Curva Nord». Ancora, sui singoli: «Muriel può e deve diventare un top da centravanti, da attaccante d'area. Ha velocità, controllo di palla e immediatezza di tiro che lo accomunano ai migliori del mondo. Per me può diventare ancor più micidiale e determinante: tende a essere un pò gigione. Ilicic ha giocato a due velocità in più del solito: se riesce a dare forza nelle gambe e nello scatto, nell'adrenalina, è un top anche lui». E sull'esordiente Traore, acqua sul fuoco dell'entusiasmo: «L'esordio con gol è un grande segnale. Ha talento, ma non si pensi che ragazzi come lui siano già pronti per fare la Champions: tra il campionato Primavera e la serie A c'è tuttora un abisso. Hanno bisogno di percorsi a tappe. Li propongo per ciò che possono dare, non per spacciarli per i toccasana del caso».

Decisamente deluso, ma forse più rassegnato, Igor Tudor: «Il risultato non si può certo commentare, come allenatore devo assumermi le mie responsabilità.
Ma prima del rosso a Opoku è stata un'altra partita: la migliore Udinese da inizio stagione. Poi in dieci non ci siamo difesi bene. Un match da prendere come episodio, per non togliere tutto il bene fatto finora, soprattutto in difesa», la premessa del tecnico dei friulani, coi suoi a prendere a Bergamo più gol (7) che nelle prime otto giornate (6). «Bisogna voltare pagina e ricominciare. Nel secondo tempo s'è vista la classica Atalanta in giornata. In 11 contro 10 hanno fatto bene e noi male - prosegue -. Per come l'avevamo preparata e per come l'abbiamo interpretata prima dell'episodio del rigore del 2-1 e dell'espulsione di Opoku». Tudor difende la scelta di Pussetto per Okaka nella ripresa: «Non ci siamo difesi bene con due attaccanti e nemmeno con uno solo dopo - chiude -. Okaka fuori nel secondo tempo è stata una scelta puramente tecnica. Era giusto togliere una punta per difendere col 3-5-1. Sulle fasce l'Atalanta stava dilagando».
Ultimo aggiornamento: 18:19
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