Medaglie per cominciare: l’Italia del nuoto sale subito sul podio alla prima finale dei campionati mondiali juniores cominciati oggi a Netanya, in Israele, in programma fino al 9.
Europei Juniores, nei tuffi vince ancora il romano Santoro
Sfiora il podio (quarto posto) la staffetta veloce dei maschi a stile libero che con Mirko Chiaversoli (50.00), Davide Passafaro (49.09), Gianluca Messina (49.34) e Lorenzo Ballarati (49.06, quinta frazione più veloce dei 32 nuotatori, il più sprint in 47.78 l’americano Maximus Williamson, il solo sotto i 48 secondi) chiude in 3:17.49 dietro Stati Uniti, Australia e Canada, le tre superpotenze del mondo acquatico, con i vincitori che con 3:15.49 stabiliscono il nuovo primato mondiale della categoria. E l’ordine delle nazioni si ripete in fotocopia nella 4x200 stile libero femminile con le statunitensi prime in 7:52.48 (in acqua Leah Hayes al suo secondo oro del giorno) davanti ad australiane e canadesi con le azzurre quarte in 8:03.49 (Giulia Vetrano 2:02.27, Matilde Biagiotti, l’italiana più veloce, 1:58.97, Emma Giannelli 2:01.01 e Giuli Zambelli 2:03.24).
I 400 misti delle ragazze vanno all’americana Leah Hayes, 4:36.84, che già ha al suo attivo medaglie mondiali tra i grandi e che si è fatta notare per un messaggio di incoraggiamento a tutti: soffre di alopecia da quando aveva sei anni ma ha deciso di non nascondere la caduta dei capelli e nuota senza cuffia e senza cuffia va sul podio.
Ingresso nelle finali che si disputeranno domani per Irene Mati, 31.48, sesto tempo nei 50 rana che lanciano la estone Eneli Jefimova (30.48); per Christian Bacico, 54.27 quarto tempo, primato personale, e per Daniele Del Signore, il più giovane del gruppo (il romano di Aprilia è del 2007), che con 55.17, ha l’ottavo crono; per Christian Mantegazza, ottavo tempo 1:02.25 nei 100 rana; e per Giada Gorlier, 1:01.69, anche lei all’ottavo posto nei 100 dorso. In queste ultime due gare si prenotano per le doppiette gli juniores statunitensi arrivati in forze a Netanya e con la dichiarata intenzione di “vendicare” le molte sconfitte subite dagli australiani ai mondiali assoluti di Fukuoka.